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Le prese di profitto piuttosto limitate in un contesto di scambi ancora limitati.
Provano a prendere fiato i listini europei, dopo la corsa delle ultime settimane. Seppur i volumi rimangono piuttosto contenuti e allineati alla media di periodo, le prese di profitto rimangono contenute. Gli investitori non sembrano temere che il rally, partito a novembre, sia terminato qui e preferiscono rimanere in posizione in attesa di maggiori sviluppi.
A sostenere il mercato in questa fase sembrano essere i dati macro, tutti moderatamente migliori delle attese degli operatori. Gli indici PMI arrivati da Cina, Europa e USA hanno sorpreso in positivo, segnalando a dicembre un’attività economica in rafforzamento un po’ su tutti i fronti.
Segnali incoraggianti sono arrivati anche dall’inflazione, che a dicembre ha accelerato nell’area euro, sino a raggiungere i livelli che non si vedevano da oltre 3 anni. Il dato sui prezzi al consumo ha stupito un po’ tutti, a tal punto da spingere più di qualcuno, come il capo dell’istituto IFO, Clemens Fuest, a ritenere che la Bce dovrebbe terminare il proprio QE già a marzo prossimo (e non a dicembre come annunciato il mese scorso) se i dati macro dovessero continuare a essere incoraggianti.
Considerazioni queste troppo premature, a nostro avviso, dato che gran parte dell’accelerazione dell’inflazione è imputabile a fattori di carattere temporaneo (corsa ai consumi natalizi) e dai prezzi delle materie prime (energetiche in particolare) in forte risalita in scia all'effetto Trump.
Non riteniamo verosimile al momento che la Bce, a distanza solo di un mese dalla revisione del QE, faccia marcia indietro. Probabilmente se la tendenza di dati macro positivi dovesse protarsi per tutto il primo semestre e se il petrolio dovesse superare stabilmente i 60 dollari/barile, qualche modifica in termini di ammontare e durata potrebbe esserci nell'ultimo trimestre dell’anno.
Tornando ai mercati, il quadro rimane rialzista, anche se qualche correzione è in vista dopo un rally così importante. Sul Germany 40, il primo supporto passa a 11.400 punti, livello su cui si è appoggiato più volte nel corso delle ultime due settimane. I livelli successivi sono collocati a 11.150 punti, supporto a metà dicembre e secondo livello di Fibonacci nell’ascesa dell’ultimo mese, e a 11.000 punti, 50% del ritracciamento suddetto. Un cedimento sotto tale riferimento porterebbe a una sensibile perdita di spinta con target 10.830-10.800 punti, resistenza che ha ostacolato l’indice da agosto a dicembre e ultimo ritracciamento di Fibonacci. Il supporto qui è strategico nel medio periodo e potrebbe portare a una pericolosa discesa.
Un eventuale rimbalzo sopra area 11 mila punti potrebbe aprire a un ritorno di forza, con obiettivi collocati a 12.000 e 12.400 punti, quest'ultimo massimo storico toccato ad aprile 2015.
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