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Dopo la partenza dei dazi Usa nella notte, non si è fatta attendere la ritorsione cinese.
È inizialmente ufficialmente la notte scorsa la guerra commerciale dopo che gli Stati Uniti hanno imposto dazi del 25% su 818 beni cinesi per un controvalore pari a 34 miliardi di dollari. La risposta cinese non si è fatta attendere. Secondo quanto dichiarato da un portavoce del Ministero degli Esteri, la Cina ha imposto dazi con "effetto immediato" nei confronti degli USA, il cui controvalore dovrebbe bilanciare i dazi statunitensi.
A questo punto il timore principale è che ci sia un'escalation delle tensioni, con Trump che potrebbe rincarare la dose. Già ieri, infatti, il presidente americano aveva anticipato che avrebbe risposto a qualsiasi ritorsione cinese, imponendo dazi fino a 500 miliardi di dollari. Sarebbe questa più una minaccia e non un'azione concretamente in discussione, anche se con Trump ci si può aspettare di tutto.
Sono apparsi, invece, più distesi i toni utilizzati da Angela Merkel ieri sul tema del commercio, dichiarandosi pronta a ridurre i dazi sulle auto importate in Germania.
Intanto, la risposta dei mercati azionari sembra essere prudentemente positiva, con le borse europee che difendono i guadagni di ieri, probabilmente grazie anche ai buoni dati tedeschi di stamane. Ma è ancora presto per cantare vittoria. Gli operatori monitorano i tweet di Trump per capire quanto sia concreta un’escalation delle tensioni tra le prime due economie del mondo nelle prossime ore.
Maggiore preoccupazione traspare invece dalla curva dei rendimenti statunitense, che continua ad appiattirsi (flattening) giorno dopo giorno. Ieri sera il rendimento sul Treasury a 2 anni è salito al 2,56%, dopo le minute della Federal Reserve, mentre quello sul decennale è sceso sino al 2,83%, portando così lo spread 2-10 anni a soli 27 punti base, nuovi minimi dal 2007. Tra gli operatori è forte quindi il timore che la crescita di lungo periodo possa essere più debole del previsto e si sta concretizzando il rischio di una recessione.
La domanda che si pongono in molti in questo momento è per quanto tempo ancora i mercati azionari rimarranno irrazionali a segnali di questo tipo. La risposta non è semplice: potrebbe essere questione di settimane o mesi.
Oggi intanto ci sono in agenda i dati sui Non Farm payrolls di giugno, che potrebbero portare un po' di volatilità sul mercato. Non escludiamo, che in via prudenziale gli operatori possano decidere di uscire dal mercato in vista del week end.
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