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Proprio in queste ore i vertici politici dei paesi del Medio Oriente stanno pensando a quale soluzione adottare per ridurre (o aumentare) le tensioni della questione “Qatar”.
Il Governo di Doha ha risposto alle richieste molto severe lanciate dal gruppo Arabia Saudita/Emirati Arabi/Bahrein/Egitto che domani le valuteranno in un meeting ad alta tensione.
Le 13 richieste (chiusura della TV Al Jazeera, rottura dei rapporti diplomatici con Iran, eliminazione dei legami con i Fratelli Musulmani e gli altri gruppi terroristici, chiusura della base militare turca, controlli ogni anno per verificare che lo stato qatariota mantenga tali condizioni) saranno state, esclusi colpi di scena dell’ultima ora, bocciate dal governo di Doha guidato dall’emiro Al Thani.
Per molti analisti politici l’intento dell’Arabia Saudita e in particolare del Re Salman e del nuovo principe ereditario Mohammed Bin Salman è quello di costringere il Qatar a tornare sulla “retta” via, a seguire le politiche decise dal Consiglio di Cooperazione del Golfo ovvero nessun rapporto diplomatico o commerciale con l’Iran.
Recentemente il Qatar si era avvicinato notevolmente all’Iran e alla Turchia formando un nuovo asse nel difficile quadro politico del Medio Oriente. L’Arabia Saudita con il sostegno degli altri paesi arabi non ha alcuna intenzione di perdere l’egemonia nell’area.
Prossimi scenari?
Crediamo che lo scenario più probabile sia quello di pesanti sanzioni economiche imposte dai paesi arabi al Qatar. Difficile un intervento armato che potrebbe destabilizzare notevolmente l’intero Medio Oriente.
Conseguenze economiche?
Principalmente sul mercato delle commodities. Il Qatar è uno dei principali produttori di gas. Nelle ultime ore l’amministratore delegato di Qatar Petroleum, Saad Sherida Al Kaabi, ha annunciato un aumento della produzione del 30% nei prossimi anni e la scelta di non chiudere i gasdotti verso gli Emirati Arabi Uniti. Una sfida nei confronti dei paesi arabi vicini. Riteniamo che, in caso di sanzioni, il mercato del gas naturale potrebbe evidenziare un forte aumento della volatilità, con un possibile aumento dei prezzi.
Nell’industria petrolifera ci potrebbero essere delle ripercussioni anche se il Qatar non è tra i primi produttori (600 mila barili al giorno contro i quasi 10 mln dell’Arabia Saudita). Anche per quanto concerne i tagli dell’OPEC il peso del Qatar è veramente poco significativo (30 mila barili al giorno). Tuttavia le forti tensioni nel Medio Oriente potrebbero portare a un possibile aumento dei prezzi del greggio nel brevissimo.