Queste informazioni sono state preparate da IG Markets Limited e IG Europe GmbH (di seguito "IG"). Oltre alla liberatoria riportata di seguito, il materiale presente in questa pagina non contiene uno storico dei nostri prezzi di trading, né alcuna offerta o incentivo a operare nell’ambito di qualsiasi strumento finanziario. IG declina ogni responsabilità per l’uso che potrà essere fatto di tali commenti e per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Non forniamo nessuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o la completezza delle presenti informazioni, di conseguenza, chiunque agisca in base ad esse, lo fa interamente a proprio rischio e pericolo. Eventuali ricerche fornite non intendono rispondere alle esigenze o agli obiettivi di investimento di un soggetto in particolare e non sono state condotte in base ai requisiti legali previsti per una ricerca finanziaria indipendente e, pertanto, devono essere considerate come una comunicazione di ambito marketing. Anche se non siamo sottoposti ad alcuna limitazione specifica rispetto alla negoziazione sulla base delle nostre stesse raccomandazioni, non cerchiamo di trarne vantaggio prima che queste vengano fornite ai nostri clienti. Vi invitiamo a prendere visione della liberatoria completa sulle nostre ricerche non indipendenti e del riassunto trimestrale.
Donald Trump punta il dito contro la Fed di Jerome Powell. Christine Lagarde tira il freno sulle tensioni commerciali. E mentre Wall Street incassa perdite superiori ai tre punti percentuali, scontando il profondo rosso del comparto tech, l’indice Nasdaq registra il suo più consistente ribasso dal giugno 2016, con un -4%. Male anche S&P 500 e Dow Jones, rispettivamente colpiti da ribassi del 3,3 e 3,15 per cento.
E' stata una giornata rovinosa quella di ieri per la piazza americana: alle già palpabili tensioni legate agli effetti che l’aumento dei tassi d’interesse avrà sull’economia a stelle e strisce (e di rimando su quella globale), si sono infatti aggiunte le parole di Donald Trump.
Trump: Fed "is going loco"
Intervistato da Fox News circa la possibilità che alla base del tonfo di Wall Street ci fossero i timori di un’escalation dannosa della guerra commerciale, il Presidente ha risposto che il vero problema, ad ora, non è legato ai rapporti con la Cina, ma “alla Fed”, che sta portando avanti una politica monetaria eccessivamente restrittiva, con la quale più volte il presidente americano si è detto non allineato. La banca centrale facente capo a Jerome Powell, uomo scelto dallo stesso Tycoon, starebbe infatti agendo in maniera "impazzita" (letteralmente, “is going loco“), con effetti che a breve risulteranno chiari al mercato.
Settore tecnologico: pesa il rialzo dei tassi
Il grosso dei ribassi registrati da Wall Street nella giornata di ieri ha interessato il comparto tecnologico: una dinamica abbastanza nota al mercato, che già in passato ha visto come al tendenziale rialzo dei tassi di interesse si colleghi spesso un ribasso del settore. L’incremento dei costi d’indebitamento spinge infatti gli investitori ad abbandonare asset ad elevato potenziale di lungo periodo (i tecnologici, per l’appunto), a favore di beni di prima necessità ed utilities.
Tra le realtà più pesantemente punite compaiono Amazon e Microsoft, rispettivamente in rosso del 6,2% e 5,4%. Apple, Boeing, Nike e Visa sono anch’esse calate di oltre il 4%; a poco meno di quattro punti percentuali si è invece attestata la perdita di Caterpillar e 3M.
Sebbene il rischio di una guerra commerciale che potrebbe gravare sull’equity statunitense, i titoli del mercato americano hanno registrato guadagni soddisfacenti nel terzo trimestre, concentrandosi sui solidi utili del trimestre precedente e su dati macroeconomici a conferma della stabilità dei fondamentali.
Il brusco rallentamento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni, con un rendimento salito al di sopra del 3%, ha però innescato i timori che il surriscaldamento dell’economia americana possa i spingere a rialzo l’inflazione, portando la Federal Reserve ad insaprire oltre le attese la propria politica monetaria.
Lagarde (IMF) a Usa e Cina: "Bisogna abbassare i toni"
A tutela del quadro d’insieme, Christine Lagarde, intervenuta nel corso dell’ Annual Meetings del Fondo Monetario Internazionale, ha ribadito come in una “economia globale che non cresce abbastanza” ci voglia una “de-escalation delle tensioni commerciali”. “Bisogna abbassare i toni”, ha ammonito la stessa rivolgendosi a Usa e Cina, cui ha intimato: “Disinnescate la disputa commerciale”.