Andamento euro-dollaro in rialzo, effetto Bce e Biden
EUR/USD a 1,2151: Francoforte lascia i tassi invariati (e l’euro avanza) mentre la prospettiva del maxi-pacchetto fiscale a firma dem USA indebolisce il dollaro
L’euro-dollaro torna ai massimi di una settimana in una giornata contrassegnata da appuntamenti importanti su entrambe le sponde dell’Atlantico.
Da una parte, l’effetto dell’insediamento del neo eletto presidente Usa Joe Biden e il senso di impaziente attesa per il maxi-piano di stimoli fiscali annunciato dalla nuova amministrazione democratica: 1.900 miliardi di dollari in grado di far sperare gli investitori in una ripresa dalla crisi economica scatenata dal covid-19 – per quanto non manchino i dubbi sulle ripercussioni di tale mole di sussidi a livello di debito pubblico.
Dall’altra, l’atteggiamento accomodante della Banca centrale europea. Oggi l’istituto di Francoforte ha confermato il proprio atteggiamento accomodante della sua politica monetaria, come ha dichiarato la numero uno dell’Eurotower Christine Lagarde.
Euro-dollaro: cosa sta influenzando l’andamento dell’euro
Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea si è riunito oggi. Come previsto, la riunione mensile non ha condotto a eccessivi cambiamenti nella politica monetaria della Bce: confermati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%.
Secondo il board della Bce, i tassi di interesse di riferimento si manterranno sui livelli “pari o inferiori a quelli attuali finché non vedrà le prospettive di inflazione convergere saldamente su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione e tale convergenza non si rifletterà in mani era coerente nelle dinamiche dell'inflazione di fondo”.
Proseguono gli acquisti nell’ambito del Pepp (il programma di acquisto asset in funzione antipandemica); si conferma la dotazione finanziaria totale di 1.850 miliardi di euro almeno sino alla fine di marzo 2022 e, “in ogni caso, finché non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus”.
D’altra parte, aggiunge il comunicato stampa rilasciato a riunione conclusa, “Se le condizioni di finanziamento favorevoli possono essere mantenute mediante flussi di acquisti di attività che non esauriscano la dotazione nell'orizzonte degli acquisti netti del Pepp, non sarà necessario utilizzare appieno la dotazione”.
Allo stesso modo, proseguono invariati gli acquisti all’interno del programma di quantitative easing tradizionale (nell’ordine di 20 miliardi al mese) e le operazioni di rifinanziamento per le banche.
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Le parole di Lagarde
“'Gli ultimi dati macroeconomici indicano che la ripresa dei contagi e la conseguente introduzione delle misure di lockdown hanno determinato una probabile contrazione nel quarto trimestre e probabilmente peseranno anche sul primo trimestre del 2021” ha dichiarato in conferenza stampa Christine Lagarde, presidente della Bce.
D’altra parte, aggiunge, si tratta di una condizione già ampiamente prevista. Lagarde si è concentrata su pandemia e andamento della campagna vaccinale, “una pietra miliare verso la soluzione della crisi”, insieme al fondamentale contributo del Recovery Fund.
E cosa sta influenzando l’andamento del dollaro
Nel frattempo, secondo JP Morgan la direzione che i mercati assumeranno nell’epoca Biden dipenderà dai primi cento giorni della nuova presidenza.
Com’è noto, per altro, Biden ha già un piano, a partire dai “cento milioni di vaccini nei primi cento giorni di presidenza”; nel frattempo, il famigerato pacchetto fiscale da quasi due mila miliardi di dollari, in funzione anti-pandemica, ma anche una riforma pressoché totale degli ultimi quattro anni a guida Trump.
Non sono passate neanche 24 ore dall’insediamento e già Biden ha firmato una serie di ordini esecutivi che mirano a riportare gli Usa di nuovo dentro gli accordi di Parigi e a riallacciare i rapporti con l’Organizzazione mondiale della sanità.
Come si sta muovendo il cambio EUR/USD?
La combo creata dal rialzo dell’euro, i cui tassi restano invariati, e il calo del dollaro, per via del ritorno della propensione al rischio degli investitori, ha provocato un balzo in avanti del cambio EUR/USD, che al momento avanza a 1,2152 dopo aver toccato (mentre parlava Lagarde) un picco a 1,217. Il dollaro perde terreno anche sullo yen dopo aver toccato un minimo a quota 103,33.
Molti analisti ritengono che il biglietto verde continuerà a deprezzarsi, dopo un calo del 7% nel 2020 in un contesto di politica super-accomodante da parte della Fed e tra le speranze dell'avvio di una ripresa globale.
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