Attacco hacker oggi, quali possibili conseguenze sui mercati

Ieri è stato notificato un attacco hacker rivolto a diverse decine di sistemi informatici nazionali che rimangono attualmente compromessi. In particolare, la Francia sembra essere uno dei paesi più colpiti ma anche in Italia i disservizi non mancano con la rete TIM che ha lasciato milioni di persone senza connessione internet mentre molti bancomat sono fuori servizio.

Le prime indagini della polizia postale escludono che la fonte dell’offensiva informatica sia dovuta ad un gruppo di giovani hacker ma probabilmente proviene da un sistema molto più organizzato.

Per capire come respingere la minaccia è stato subito convocato un vertice a Palazzo Chigi presieduto dal sottosegretario Alfredo Mantovano e dalla direttrice del DIS (Dipartimento Informazioni e Sicurezza) Elisabetta Belloni.

Tuttavia, l’attacco non si è limitato al Belpaese, con casi di server compromessi in tutto il mondo e anche Oltreoceano (Canada e Stati Uniti).

L’incognita russa e cinese

La coordinazione e l’efficacia dell’attacco hacker fanno sospettare che dietro non ci sia soltanto un gruppo di malviventi ma al contrario una ben strutturata operazione supportata da uno stato. La possibilità, dunque, che l’attacco sia arrivato dalla Russia (o da paesi suoi alleati) rimane alta e sarebbe spiegato con la risposta del Presidente Vladimir Putin al supporto dell’Occidente in Ucraina.

Infatti, sia Germania sia Stati Uniti hanno recentemente approvato l’invio di mezzi blindati e carri armati a supporto dell’esercito ucraino.

A confermare questa ipotesi ci sarebbero anche le parole di Putin, pronunciate il 2 febbraio, in occasione della commemorazione della battaglia di Stalingrado. Il presidente della Federazione Russa avrebbe sostenuto una decisa risposta contro gli “invasori” non solo sul campo militare, sottolineando i parallelismi con l’offensiva da parte delle truppe naziste nel 1941.

Anche le attuali tensioni tra Stati Uniti e Cina sono sintomo di un clima non troppo pacifico tra le due superpotenze globali. Il nervosismo intorno alla questione di Taiwan (rivendicata dalla Cina ma sotto protezione USA) e la recente identificazione e distruzione di un pallone spia cinese negli Stati Uniti (in Montana) potrebbero forse indicare che l’attacco provenga da questo paese.

L’aumento delle tensioni sta quindi portando molti operatori a portarsi nel rifugio sicuro dato dal dollaro statunitense che infatti guadagna molto contro euro, sterlina e yen.

La situazione sui mercati

Al momento non sembrano esserci conseguenze sulle contrattazioni di Borsa che proseguono senza intoppi. Tuttavia, l’allerta rimane massima in quanto un problema dal punto di vista dei software di gestione degli ordini potrebbe scatenare il panico tra gli operatori con crolli di singoli titoli e indici.

Proprio il 25 gennaio scorso un errore umano aveva mandato in tilt il NYSE (New York Stock Exchange). Il problema (glitch) aveva avuto effetti notevoli su alcuni dei principali titoli della Borsa americana come 3M, Wells Fargo e Verizon.

Le attività di negoziazione erano iniziate senza un’asta di apertura cosa che aveva portato a prezzi errati su 251 titoli.

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