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Avvio di settimana negativo per i listini americani che, lasciatisi alle spalle la peggior settimana dal marzo 2017 ed in linea con le principali borse mondiali, perde oggi ulteriore terreno. A pesare sui mercati, diverse questioni delicate, tra cui il rischio di rallentamento della crescita mondiale (specie quelle ad oriente), il futuro della Brexit (dentro o fuori l’Unione europea) ed il rinnovo delle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti, complicato dal mandato d’arresto statunitense della figlia del fondatore di Huawei, accusata di aver violato le sanzioni americane all’Iran.
Sotto i riflettori del mercato a stelle e strisce, tuttavia, torna ad esserci Apple.
A circa un’ora dall’apertura delle contrattazioni, l’indice Dow Jones si lascia indietro lo 0,7%; lo S&P500 perde attorno allo 0,5%; il Nasdaq si muove poco al di sotto della neutralità, gravato dalla variazione negativa di Apple.
Con un ribasso superiore ai due punti percentuali, la società di Cupertino è tornata oggi sui livelli di fine aprile, in area $165. Il titolo, due mesi fa, quotava in zona $230. A trascinare nuovamente a ribasso il colosso tech, oltre all’acuirsi delle tensioni tra Pechino e Washington, ambedue determinate a non compiere passi indietro sul fronte commerciale (e sulla leadership mondiale), il blocco preliminare delle importazioni e vendite di iPhone in Cina richiesto da Qualcomm ad un tribunale cinese.
La ragione? La violazione di due brevetti.
Mentre Apple procede a ribasso, dichiarando in nota la prosecuzione regolare della propria attività di offerta di smartphone sul mercato ("i modelli restano disponibili"), Qualcomm guadagna di attorno al 3%.