Deutsche Bank: trimestrale sopra le attese dopo il nulla di fatto con Commerzbank. Utile a +67%
Deutsche Bank batte le attese: utile trimestrale in crescita del 67% a/a. Leggero calo per i ricavi (-9%). Salta l'ipotesi di fusione con Commerzbank: negativo il titolo a Francoforte. Nuovi possibili Merger: Unicredit, BNP.
Dati trimestrali oltre il consensus per il primo gruppo bancario tedesco, che anticipa la buona notizia nelle stesse ore in cui sfuma l’idea di una fusione con Commerzbank. Deutsche Bank non andrà così a nozze con il secondo istituto di credito del Paese, per una ragione fondamentale: l’analisi costi-benefici.
Trimestrale Deutsche Bank: i numeri
Partendo dai numeri di Deutsche Bank, l’istituto ha concluso il primo trimestre dell’anno con un utile netto di 201 milioni di euro, in crescita del 67% anno su anno, in linea coi dati preliminari rilasciati ieri, e ricavi complessivi a 6,4 miliardi, oltre i 6,35 miliardi attesi dal consensus, ma in calo del 9% rispetto all’esercizio precedente. Di questi, la sola divisione Corporate & investment banking ha generato 3,3 miliardi. Bene la voce dei costi, scesi a 5,9 miliardi.
Il leader del credito tedesco ha inoltre rafforzato la propria solidità patrimoniale, con un Common equity tier 1 (Cet1) del 13,7%, in crescita rispetto al 13,6% presentato dal gruppo nel trimestre conclusosi lo scorso dicembre.
"I nostri risultati preliminari dimostrano la forza della rete e i continui progressi fatti nel dare esecuzione ai piani di ristrutturazione, in un contesto di mercato molto sfidante" sono state le parole dell’Amministratore delegato del gruppo, Christina Sewing, poco dopo il rilascio dei dati preliminari di ieri. "Abbiamo fatto molti passi avanti a livello di indicatori chiave di business: crescita dei prestiti e dei depositi, recupero degli asset in gestione e miglioramenti nella quota di mercato di corporate finance. La continua riduzione delle uscite di cassa", ha concluso Sewing “ci ha aiutato a compensare il calo dei ricavi e siamo sulla buona strada per raggiungere il target 2019 di 21,8 miliardi di costi".
Raccomandazioni su Deutsche Bank
Dai pareri raccolti tra gli analisti della piattaforma Reuters, il 43,5% degli operatori propende per una raccomandazione hold sul titolo, mentre il 52% ha un giudizio negativo di sell (di cui un 13% strong sell). Negativa anche la revisione dei livelli medi di prezzo obiettivo, passati da 7,63 euro del mese di marzo, agli attuali 7,61 (era 8,34 a gennaio). Costante invece il valore mediano, che si fissa a 7,50 euro.
Attualmente, il titolo quota sotto area 7,50 euro per azione, con un primo livello di resistenza attorno agli 8 euro, sfiorati ieri, appena prima che la volatilità facesse chiudere il titolo a -1,5% circa. Supporto a ridosso di 7,20-7,10. Sulle azioni, che hanno aperto venerdì a Francoforte in calo di quasi il 2%, pesano gli asset illiquidi in bilancio a DB e la possibile svalutazioni delle attività all'attivo.
Peggio è andata a Commerzbank, che ha perso ieri oltre i due punti percentuali poco sopra 7,50 euro per azione. La banca pubblicherà i propri risultati trimestrali il prossimo 8 maggio.
Fusione Deutsche Bank-Commerzbank
“A seguito di una approfondita analisi, abbiamo concluso che l’operazione non avrebbe generato benefici tali da controbilanciare i rischi di implementazione addizionali, i costi di ristrutturazione e i requisiti di capitale associati ad integrazioni su larga scala”, hanno reso noto in comunicati disgiunti gli Amministratori delegati dei due gruppi tedeschi, Christian Sewing per DB e Martin Zielke per Commerz. Tra questi, hanno pesato i 500 miliardi di titoli illiquidi che attualmente ristagnano nel bilancio di DB.
Piccato e risoluto il commento del ministro delle finanze, Olaf Scholz, primo sostenitore della fusione. Scholz in nota ha ribadito come l’industria bancaria tedesca, operativa a livello globale, abbia “bisogno di istituti di credito competitivi che possano accompagnarla in tutto il mondo”. Lo stesso avrebbe quindi bocciato la sua idea di unione tra Deutsche Bank e Commerzbank commentato che un’unione ha senso solo se porta a soluzioni “economicamente solide, con un modello di business resiliente”.
Dopo il passo indietro di DB, l’eventualità di un merger transnazionale sembra essere la strada più percorribile. Commerzbank dovrebbe iniziare a valutare nelle prossime ore strade alternative, che al momento vedrebbero due possibili pretendenti alla partnership: da un lato l’italiana Unicredit, dall’altro la francese BNP Paribas. Tra gli altri nomi ipotizzati dal mercato, le altre europee UBS e ING.
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