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Giornata no per il settore tecnologico che, in giro per il mondo, registra cali consistenti. La maglia nera d'inizio settimana spetta però alla società dalla mela morsicata, che ha scontato il taglio netto degli ordini da uno dei suoi principali fornitori.
A pesare sul comparto, però, è anzitutto la fragilità del sentiment di mercato, tra i timori legati alla crisi sulla manovra italiana, le difficoltà sull’accordo per la Brexit e le attese di un’eccessiva stretta monetaria americana.
Apple: nuove vendite sul titolo. Calano gli ordini
Ulteriore giornata negativa per il titolo Apple che, nel suo terzo giorno di ribasso consecutivo, ha aperto la settimana sul listino statunitense con un rosso superiore al 5%. Bucato a ribasso il supporto a 200 dollari per azione, il titolo è scivolato al di sotto della soglia dei 196 dollari, pari al 50% del ritracciamento di Fibonacci, rilevato sul movimento rialzista in atto da fine aprile.
Il produttore di sensori laser, Lamuntun Holdings, ha comunicato oggi che “uno dei suoi maggiori clienti di diodi laser per il rilevamento della tecnologia 3D ha disposto un taglio degli ordini” durante il trimestre fiscale che si conclude a dicembre. Secondo gli analisti, l’azienda in questione sarebbe proprio Apple.
Parallelamente, anche lo screen maker Japan Display Inc ha abbassato le proprie prospettive di crescita per l'anno in corso, a causa di una domanda più debole da parte dei principali produttori di smartphone.
Nell’ultimo rapporto annuale per l'anno 2018, Lumentum annoverava la società di Cupertino tra i maggiori clienti all’attivo, con il 30% delle entrate, seguito da Huawei e Ciena Corp, entrambi all'11%.
A Wall Street, Lumentum è oggi in calo di oltre il 30%; male anche le azioni di altri fornitori di iPhone, tra cui il chipmaker Cirrus Logic Inc, Qorvo Inc e Skyworks Solutions Inc, scesi tra il 3% e il 10%.
JP Morgan: taglio del target price di Apple
Negativo, infine, il giudizio di JP Morgan sulla compagnia guidata da Tim Cook: la banca americana ha infatti tagliato da 270 a 266 dollari il target price sul colosso tech, in scia alla riduzione delle stime sulla redditività dei prossimi trimestri; gli esperti hanno però confermato il giudizio “Overweight” (sovrappesare).
Tra gli altri tecnlogici, a pesare sul listimo americano anche Amazon, che cede oltre il 4%, Netflix, parimenti a ribasso, Microsoft, a ribasso del 3% circa ed Alphabet in flessione del 3,3%.