Indice FTSE Mib spinto dalle banche. BPM, Ubi ed Unicredit superano il test dei requisiti patrimoniali Bce
Tensioni politiche sul fronte Bankitalia e spread in area 285 punti base non fermano i titoli finanziari. Superate le trimestrali, la Banca centrale europea ha promosso oggi la solidità degli istituti del credito italiani
Avvio di settimana nel segno del settore bancario italiano: dopo i risultati trimestrali dei principali istituti di credito pubblicati la scorsa settimana, la discussione è passata nel week end su Banca d’Italia. Al centro del dibattito politico, la presa di posizione dei partiti al governo contro la riconferma del vicedirettore generale, Luigi Signorini, nel direttorio di Bankitalia, accusato di non aver vigilato adeguatamente sulle recenti crisi bancarie e di non esser intervenuto a dovere al fine di tutelare i risparmiatori che hanno subito le conseguenze dei dissesti bancari. Il vice-premier, Luigi di Maio, ha ribadito a proposito di esser contrario all’utilizzo dello strumento dell'arbitrato (previsto dall'Ue) per l’indennizzo dei risparmiatori, preannunciando la creazione di una commissione presso il ministero dell'Economia che valuterà le singole richieste.
Non si è fatta attendere la risposta del ministro dell’economia, Giuseppe Tria, che ha invece sottolineato la necessità di difendere l'indipendenza di Via Nazionale.
Piazza Affari: focus titoli bancari
Nonostante le accese discussioni, a Piazza Affari il settore bancario ha aperto in territorio positivo, con l’indice FTSE Italia Banche in crescita del 2,20%. Anche il differenziale Btp/Bund non ha risentito degli scontri politici , in lieve calo dell’1% circa a 285 punti base.
Tra i titoli di mattinata più performanti dell’indice FTSE Mib, al primo posto compare il Banco BPM, con una variazione superiore al 5,5% dopo aver presentato la scorsa settimana risultati in perdita nel quarto trimestre (584 milioni) a causa delle rettifiche (oltre 600 milioni) legate alla maxi cessione di 7,4 miliardi di Npl a Fonspa-Elliott. Bpm ha però superato il test dei requisiti prudenziali Bce, presentando al 31 dicembre un Common Equity Tier 1 ratio al 12,1% ed un Total Capital ratio al 14,7%.
Tra i migliori titoli di giornata anche Ubi Banca, con una variazione attorno al +4%. Gli attuali rialzi compensano un venerdì all’insegna delle vendite, che hanno fatto seguito alla necessità di una revisione del piano industriale per gli esercizi a venire, a causa di un contesto di riferimento (tassi ancora negativi e spread doppio del previsto) più difficile delle attese. L’istituto centrale europeo ha rilevato per Ubi un Cet 1 ratio 2018 dell'11,34% (fully loaded) ed un Total Capital Ratio complessivo del 13,44%, al di sopra dei requisiti minimi richiesti.
Incrementi superiori al 6% anche per Bper Banca, dopo aver presentato utili del quarto trimestre sopra le attese, con ricavi appena sotto le previsioni degli analisti. La scorsa settimana il gruppo ha annunciato l'acquisizione di Unipol banca e di una quota di minoranza del Banco di Sardegna, operazioni che rinsaldano le fondamenta di Bper, che presenterà il prossimo 28 febbraio il proprio piano industriale.
Positività, infine, per il gruppo UniCredit, in crescita oltre i tre punti percentuali. Il secondo maggiore istituto del credito italiano ha battuto le previsioni di utili del quarto trimestre 2018, rivelando una situazione in linea con le principali aziende del settore finanziario. In particolare, la Banca centrale europea ha comunicato per Unicredit un posizionamento “ben al di sopra” dei livelli stabiliti dall’istituto centrale. La banca ha registrato un Cet1 ratio transitorio 2018 pari al 12,13% (12,07% su base fully loaded) ed un Total Capital ratio transitorio del 15,80%.
Indiscrezioni politiche: impiegare le riserve Bankitalia
Tra le altre indiscrezioni politiche sorte nel week end (già in parte smentite), la possibilità che l’esecutivo possa utilizzare parte delle riserve auree di Bankitalia per evitare l’innesco di una manovra correttiva entro fine anno, nonché lo scatto delle clausole di salvaguardia sull'Iva l'anno prossimo.
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