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Chi scende e chi sale: sprofonda Salini Impregilo, bene il titolo Astaldi

Apertura poco sotto 1,70 euro per azione per Salini, sceso poi sotto al livello 1,50 euro. Pesa la pronuncia dell'authority del Canale di Panama relativa alla condanna dei costruttori al rimborso di 848 milioni di dollari. Bene Astaldi, che beneficia proroga di 60 giorni per la presentazione del piano di concordato d'uscita dallo stato di crisi

Piazza Affari
Fonte: Bloomberg

Salini Impregilo in profondo rosso, dopo che l'authority del Canale di Panama ha comunicato la condanna al rimborso di 848 milioni di dollari gravante sul consorzio di costruttori che sta lavorando all'espansione della via d'acqua. Capofila del consorzio, la stessa Salini, affiancata dalla spagnola Sacyr.

Con ribassi di giornata tra il 12% e il 13%, il gruppo sconta così la decisione del tribunale di Miami che ha contestato gli eccessi di spesa per la realizzazione di un gruppo di chiuse (il terzo della regione), ultimate nel 2016.

Dopo un’apertura di giornata poco sotto area 1,70 euro per azione, il titolo è poi sceso al di sotto dei livelli a 1,60 e 1,50, verso quota 1,45.

A muoversi in direzione opposta è invece Astaldi, che dopo aver toccato un rialzo del 7% circa (a quota 0,60 euro per azione) ha poi ridimensionato la propria performance poco sotto i due punti percentuali. Il gruppo delle costruzioni ha infatti beneficiato della richiesta di proroga di 60 giorni per presentare il piano di concordato per uscire dall’attuale stato di crisi; la società starebbe infatti discutendo le offerte non vincolanti fatte da Salini-Impregilo e dal gruppo giapponese, IHI.

La proposta di Salini prevede la separazione (e la successiva rilevazione) delle attività non di concessione di Astaldi in una newco. Il piano contempla inoltre l’accollo del debito. Secondo alcuni rumors trapelati nelle ultime ore, la proposta di Salini vedrebbe anche il coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti e delle altre banche creditrici.

Di contro, la proposta del gruppo giapponese, già entrato in Astaldi prima che il gruppo dichiarasse lo stato di crisi, contempla un iniziale aumento di capitale da 600 milioni, coperto per la metà dalla stessa IHI, per l’altra parte da un consorzio di garanzia. A ricapitalizzazione avvenuta, la società nipponica diverebbe il primo azionista di Astaldi.

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