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Lunedì 3/12, Donald J. Trump su Twitter post G20: Pechino rimuoverà i dazi cinesi dalle auto americane.
Martedì 4/12, Donald J. Trump a Washington per colloqui informali coi Ceo di Volkswagen, Bmw e Daimler. Si discute dei dazi americani sulle auto europee. Le tre case riversano tutte in territorio negativo, con perdite rispettivamente tra il -1,5% e il -2%.
Il settore auto torna oggi al centro della scena, dopo un rally d’inizio settimana successivo all’annuncio della tregua commerciale tra l’economia del Dragone e lo Zio Sam.
Mentre Italia e Germania si trovano a fare i conti con un ammontare di immatricolazioni annue in calo (rispettivamente a -6,3% e -10%), l’amministrazione Trump continua a studiare quanto l’import di vetture prodotte al di fuori dei confini americani possa essere una minaccia per la sicurezza nazionale. Già in passato lo stesso presidente aveva giocato la carta della "minaccia agli Stati Uniti" per giustificare azioni protezionistiche ed imporre dazi su acciaio ed alluminio.
Secondo quanto riportato da Larry Kudlow, consigliere economico del Tycoon americano, il governo starebbe inoltre analizzando le dinamiche dei sussidi elargiti dall’ex amministrazione Obama al comparto auto. Secondo Kudlow, azioni quali la rimozione degli aiuti statali a General Motors (invisa al Presidente dopo aver annunciato la chiusura di cinque stabilimenti storici del gruppo), non sarebbero legalmente possibili.
Il mercato europeo dell'auto ha registrato una decisiva flessione negli ultimi mesi, anche a causa della nuova procedura europea sulle omologazioni (Wltp), che ha introdotto test più severi sulle emissioni, cogliendo alla sprovvista alcune grandi player del settore.
Variazioni negative di giornata sono state registrate anche da Fiat Chrysler le cui immatricolazioni su base annua sono calate del 9,8%, con una quota di mercato scesa dal 27 al 24,3%.