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Ennesima giornata no per il settore bancario italiano, dopo la richiesta europea di svalutazione dei crediti non performanti. Se ieri era stata Monte Paschi a far scattare l’allarme npl sulle banche popolari, il rischio che l’addendum richiesto dall’istituto centrale possa penalizzare l'intero comparto finanziario del Paese, ha spinto vendite generalizzate sul listino principale.
Maglia nera di giornata va al titolo Ubi Banca, che si lascia indietro oltre l’8,5% del proprio valore, sotto quota 2,25 euro per azione. A contendersi il titolo di peggior attività del paniere italiano in mattinata è Banco Bpm, in calo anch’esso dell’8,5%, a quota 1,76 euro. Non va meglio a Bper banca, giù di quasi sette punti percentuali. Seduta in rosso anche per le top player del comparto, Unicredit ed Intesa Sanpaolo, che si lasciano indietro tra il 2,5% e il 3%.
La Banca centrale europea ha fissato una deadline per i 119 istituti di credito sotto la vigilanza dell’istituto, che dovranno adeguare la propria soglia minima ottimale di patrimonio a seconda dello stato di salute dell'istituto, valutato in base ai parametri di rischio, strategie e governance, nonché al peso degli npl.
La linea seguita dall’autorità centrale, questa volta, è meno rigido, e segue la disciplina del “comply” (ottempera ai doveri) o “explain” (spiega il perché). Tutti i soggetti scrutinati (che lo scorso dicembre ha inviato le lettere Srep con le richieste da ottemperare ai fini della stabilità di condotta) dovranno operare una graduale svalutazione dell’intero stock di crediti deteriorati, entro un termine medio fissato al 2026.
Nella lettera inviata dalla vigilanza europea al Monte dei Paschi per far fronte alla svalutazione delle poste non performanti, l’istituto centrale ha richiesto di “implementare i livelli di copertura della voce crediti deteriorati” in essere alla fine di marzo 2018. MPS ha reagito ieri alla notizia con un calo del titolo del 10% circa.
A Piazza Affari si acuiscono intanto i timori su Ubi Banca che, al pari di Banco Bpm, sta scontando negativamente il parere Srep da parte della vigilanza europea, dopo aver superato positivamente gli stress test estivi, classificandosi però tra le ultime cinque banche per patrimonio Cet1.