Azioni Tenaris in rally dopo i conti del 2020: segnali di ripresa per il futuro?
Le quotazioni Tenaris balzano di oltre il 13%: rosso in bilancio, ma nel 2021 la situazione non può che migliorare. Peggio Saipem, che crolla di oltre l’8%
Tenaris chiude il quarto trimestre del 2020 con vendite nette in calo del 35% (1,13 miliardi di dollari, rispetto a 1,74 miliardi degli ultimi tre mesi del 2019) e un margine operativo crollato del 34% (192 milioni di dollari, mentre nel 2019 erano stati 290 milioni). Eppure, sul Ftse Mib le azioni Tenaris balzano di oltre il 13% ancora a metà sessione: i risultati sono ben superiori rispetto a quanto previsto.
Azioni Tenaris in rialzo, cosa sta influendo sul titolo?
I dati del 2020 scontano infatti il doppio effetto del crollo della domanda di petrolio, mercato di riferimento per le infrastrutture fornite da Tenaris, e della guerra dei prezzi che, quasi un anno fa, metteva in ginocchio l’intero comparto petrolifero, con il prezzo del barile che crollava ai minimi storici (il Wti è arrivato addirittura sotto lo zero) mentre Russia e Arabia Saudita spingevano ciascuna la produzione di greggio ai massimi, in una strategia al ribasso nel tentativo di avere la meglio sui tagli alla produzione.
È così che, tra le aziende attive nel comparto petrolifero quotate sul Ftse Mib, nessuna poteva sperare di uscire indenne da questo annus horribilis per il settore. Già la settimana scorsa Eni aveva subito ribassi all’indomani della pubblicazione dei risultati finanziari dell’anno che si è appena concluso.
Quanto a Tenaris, il gruppo ha annunciato inoltre che i risultati nel 2020 sono stati fortemente impattati dalla pandemia del Covid-19, ma nel quarto trimestre i ricavi sono saliti del 12% su base sequenziale grazie alla ripresa delle attività di 'drilling' in America.
Considerando l’intero 2020, il calo delle vendite di Tenaris si riduce al 29% (5,147 miliardi; nel 2019 erano stati 7,29 miliardi), mentre quello sul margine operativo aumenta al 53% (638 milioni, a fronte i 1,37 miliardi nel 2019).
A pesare sui conti sono stati per lo più il secondo e il terzo trimestre. Il calo della domanda di greggio si è infatti tradotto in una crisi dei siti di stoccaggio dei principali committenti di Tenaris, i quali hanno risposto all’oversupply rallentando drasticamente le attività di perforazione (in Argentina le attività sono arrivate a fermarsi direttamente per almeno un paio di mesi).
D’altra parte, mentre il mercato delle Americhe restava sostanzialmente congelato, quello orientale ha contribuito a mantenere relativamente alto lo stato della domanda – la Cina, fortemente dipendente dal greggio, ha aumentato i propri acquisti proprio sfruttando i prezzi ai minimi della scorsa primavera.
Prospettive per il futuro?
Nel prospetto, pubblicato nelle ultime ore, Tenaris ha annunciato che l’Ebitda del gruppo sarà impattato per circa 20 milioni di dollari da costi addizionali e da perdite di produzione negli Usa e in Messico, a causa dei tagli alle forniture di gas ed energia questo mese nel Texas.
Bene l’outlook per i prossimi mesi. I conti di Tenaris si allineano a quelli del quarto trimestre 2020 e portano gli analisti a ritenere che l’azienda possa contare su una ripresa decisamente stabile, contando anche le buone prospettive di ripresa del settore energetico con l’avanzare della campagna di vaccinazioni.
Il gruppo proporrà inoltre il pagamento di un dividendo di 14 centesimi di dollaro per azione. Secondo quanto riportato dal gruppo, “dopo un primo trimestre con un'Ebitda simile a quello del quarto trimestre 2020, dal secondo trimestre l'Ebitda dovrebbe iniziare a crescere con margini stabilizzarsi intorno al 20%”.
Come si sta muovendo il resto del settore petrolifero sul Ftse Mib?
Se da una parte la azioni Tenaris continuano a viaggiare fortemente in rialzo, arrivando a +13,89% a metà pomeriggio, non va meglio per un altro big del settore.
Proseguono infatti i cali sulle quotazioni Saipem, che perdono oltre l’8%. Nel caso di Saipem, i dati trimestrali hanno evidenziato risultati ben al di sotto delle attese: in tutto il 2020 l’azienda attiva nel settore delle infrastrutture ha subito una perdita netta di 1,136 miliardi di euro, di cui 120 milioni solo nel quarto trimestre. Nel 2020 i ricavi ammontano a 7.342 milioni (-19,3%) e l'Ebitda adjusted a 614 milioni (-49.9%).
Saipem non riesce neanche a fornire previsioni certe per il 2021: l'anno si presenta ancora all'insegna dell'incertezza a causa della pandemia, in particolare nel primo semestre.
"Per questo motivo, la società non è al momento in grado di fornire una guidance finanziaria puntuale. I volumi dell'anno e oltre sono ben supportati dal cospicuo portafoglio ordini, il cui mix di progetti e l'avanzamento operativo consentono di prevedere per il 2021 un Ebitda adjusted a un livello simile al 2020", si legge nel comunicato rilasciato nelle ultime ore.
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