Bank of England aumenta i tassi di 50 punti base ma sterlina non si rafforza
La BoE ha confermato le previsioni del consensus rialzando i tassi dello 0,50% fino all’attuale livello dell’1,75%.
La Bank of England conferma il suo programma di aumento dei tassi di interesse con un rialzo nella riunione di oggi dello 0,50%, come ampiamente previsto dal consensus, e toccando dunque il livello dell’1,75% - il più alto dal 2008.
I membri dell’MPC (Monetary Policy Committee) si sono trovati quasi del tutto unanimi sull’entità del rialzo con 8 partecipanti su 9 favorevoli all’aumento dello 0,50%. L’unica contraria è stata Silvana Tenreyro che aveva proposto un aumento di “soli” 25 punti base.
La BoE ha dunque optato per un incremento più ampio (il più alto rialzo del costo del denaro da 27 anni) per tentare di frenare le crescenti pressioni inflazionistiche che a giugno hanno toccato il picco del +9,4% anno su anno, il massimo dal 1982 e più di quattro volte maggiore del target fissato dalla banca al +2% a/a.
Infatti, nonostante la BoE sia stata ampiamente preventiva rispetto alle altre banche centrali - alzando i tassi già da dicembre 2021 con un primo rialzo di 25 punti base - non è ancora riuscita a frenare sufficientemente l’inflazione che le previsioni stimano possa raggiungere livelli astronomici fino al +15% a/a per l’inizio del 2023.
Tuttavia, gli economisti stimano che il continuo incremento dei tassi potrebbe portare l’economia britannica in recessione entro l’ultimo trimestre dell’anno con un calo del PIL stimato intorno al 2,1%. Se così fosse sarebbero due anni consecutivi di ribasso del reddito disponibile da parte dei consumatori, la prima volta dall’inizio delle statistiche nel 1964.
Anche la pubblicazione, questa mattina, del dato S&P Global Construction PMI - risultato inferiore alle aspettative registrando un valore di 48,9 contro le attese ferme a 52 - non fa che confermare il rallentamento economico già in atto nel Regno Unito.
Gli effetti sulla coppia GBP/USD
All’annuncio della BoE, il cambio GBP/USD scende violentemente dal livello di 1,2183 fino ad un minimo di 1,2064 per poi ritracciare e attestarsi a 1,2110. La causa del deprezzamento della sterlina sembra dunque dovuto all’avvertimento della BoE su una possibile recessione nel breve termine causata in parte dal rialzo dei tassi.
I listini azionari, invece, rimangono impassibili con le principali piazze finanziarie europee che continuano ad allungare i guadagni della mattinata (FTSE 100 +0,53%).
Le previsioni
Crediamo che le probabilità di una recessione nel Regno Unito siano aumentate notevolmente negli ultimi mesi visto il forte deterioramento dei dati macroeconomici del paese causato da un mix di pressioni inflazionistiche, rincaro delle materie prime e tensioni geopolitiche.
Tuttavia, se l’economia inglese entrerà in recessione nel breve termine questa sarà sicuramente atipica visto che i tassi di disoccupazione sono a livelli estremamente bassi (3,8%) mostrando dunque una quasi piena occupazione. L’opposto di un classico rallentamento economico.
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