BCE alza i tassi di 75 punti base
La Banca Centrale Europea ha effettuato il maggior singolo rialzo dalla creazione della moneta unica portando il livello all’1,25%.
Nel primo pomeriggio la BCE ha deciso sul livello dei tassi di interesse optando per un rialzo da 75 punti base su tutti i suoi tre tassi di riferimento. Di conseguenza il tasso sulle operazioni di rifinanziamento è salito all’1,25%, quello sui prestiti marginali è passato all’1,50% mentre quello sui depositi è aumentato allo 0,75%.
La mossa ha permesso all’istituto di Francoforte di allinearsi alle politiche monetarie delle altre banche centrali che hanno tutte optato per aumenti aggressivi dei tassi di interesse.
La Federal Reserve ha attuato un aumento della stessa intensità nello scorso meeting di luglio (e probabilmente proseguirà con altri 75 punti base nella riunione del 20-21 settembre) mentre ieri la Bank of Canada ha alzato anch’essa il tasso di riferimento di 75 punti base fino ad un massimo di 14 anni al 3,25%.
Non ultimo, la settimana prossima anche la Bank of England seguirà probabilmente con un aumento simile, ormai imprescindibile per fronteggiare le pressioni inflazionistiche record (10,1% nel mese di luglio).
Il Presidente della BCE Christine Lagarde ha annunciato, nella conferenza post-riunione, che la banca centrale seguirà un programma di progressivo rialzo dei tassi, indispensabile per fronteggiare l’inflazione galoppante che ad agosto ha toccato il +9,1% anno su anno nell’Eurozona.
Gli effetti sul cambio EUR/USD
Alla pubblicazione del dato il cambio EUR/USD mostra tanta volatilità intorno alla parità prima di scendere fino ad un minimo intraday di 0,9931. Infatti, il mercato ritiene che il dollaro statunitense continuerà a rafforzarsi nel breve/medio termine contro la moneta unica che stenta a riprendersi a causa del ritardo nel rialzo dei tassi di interesse rispetto alla sua controparte d’oltreoceano.
Gli effetti sui mercati
Inizialmente anche i mercati azionari non apprezzano l’aumento monstre dei tassi pari allo 0,75% con il DAX che prende la maglia nera del Vecchio continente con una perdita dell’1,77% a 12.687 punti seguito dal FTSE MIB che perde l’1,78% a 21.201 punti. Tuttavia, entrambi gli indici mostrano un vigoroso recupero che li riporta rispettivamente a 12.796 e 21.453 punti.
L’attesa per l’annuncio della BCE ha portato molta volatilità sui mercati europei che rimangono in territorio negativo avendo interpretato il dato come un peggioramento dello scenario macroeconomico nel Vecchio Continente a causa della crisi energetica e delle pressioni inflazionistiche elevate.
Le previsioni
Crediamo che la BCE si sia ormai convinta di dover riportare l’inflazione entro livelli più sopportabili dalle economie del Vecchio Continente. Nonostante il target della banca centrale sia del 2% nel lungo termine, riteniamo che l’istituto di Francoforte possa accettare un livello nel medio termine del 3%-4%.
In conclusione, pensiamo che la politica monetaria restrittiva della BCE non terminerà nel breve termine - se non a causa di un deciso rallentamento economico - ma continuerà spedita sulla base delle pubblicazioni dei dati macroeconomici e potrebbe allentarsi parzialmente solo dopo un deciso calo delle pressioni inflazionistiche che potrà avvenire solo nel secondo trimestre 2023.
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