Borse globali contrastate, tornano i timori per le proteste a Hong Kong
Mentre l’Europa gode della scia del Recovery Fund da 750 miliardi di euro, torna a salire la tensione in Asia. Attesa per i nuovi disoccupati Usa (previsti 1,8 milioni), chiusura positiva per il Nikkei a +2,32%
In una giornata carica di dati macro per l’Europa, l’ottimismo dei mercati non si smorza e i principali indici azionari hanno aperto in deciso rialzo, con il Ftse Mib che aumenta di oltre un punto percentuale.
Attesi in mattinata i dati sull’inflazione flash in Spagna (ferma a zero) e l’indice del prezzi alla produzione (-1%); ancora in fase di pubblicazione la fiducia di aziende e consumatori di aprile in Italia, mentre a metà pomeriggio sarà la volta dell’Eurozona.
Dopo che, ieri, la Commissione Europea di Ursula van der Leyen ha annunciato il Recovery Fund da 750 miliardi di euro, ora Bruxelles entra nel vivo delle trattative per stabilire come effettivamente il denaro andrà suddiviso.
Nel frattempo, la misura ha spinto al rialzo l’euro, che nei confronti del dollaro sale a oltre 1,10 – dopo che, ieri, ha raggiunto il massimo da inizio aprile, a 1,103.
Stamattina gli indici europei hanno aperto in territorio positivo: il Dax viaggia in rialzo dello 0,56%, Cac 40 segna +0,66%; in attesa del discorso del membro della Bank of England Michael Saunders, a metà mattina, anche Londra guadagna lo 0,42%; l’Ibex avanza dello 0,77% e, infine, Milano segna il rialzo maggiore e balza dell’1,15% a 18.115,78 punti.
Come si prospetta la giornata negli Usa?
Negli Usa invece è la giornata delle richieste dei sussidi di disoccupazione della settimana che si è conclusa il 23 maggio. Per l’undicesima settimana consecutiva gli analisti si aspettano oltre un milione di posti di lavoro in meno (questa settimana si prevedono circa 1,8 milioni di richieste di disoccupazione). Dall’inizio della crisi di coronavirus, quasi 39 milioni di cittadini statunitensi hanno perso il lavoro, mentre secondo gli ultimi numeri della John Hopkins University il numero totale delle vittime di Covid-19 negli Stati Uniti ha ormai raggiunto le 100.000 unità.
In ogni caso i futures su Wall Street anche oggi puntano al rialzo, dopo le ultime chiusure positive messe a segno in chiusura per tutta la settimana dagli indici statunitensi e hanno raggiunto massimi che non si vedevano da metà marzo (in tempi pre-coronavirus), con l’S&P 500 tornato sopra quota 3.000 punti e il Dow Jones sopra i 25.000.
Scende però il prezzo del petrolio, con il Brent che torna sotto i 35 dollari (attualmente viene scambiato per 33,83 dollari al barile) e il Wti a 31,64 dollari al barile. Da una parte giocano un ruolo i ritardi da parte delle Russia nel procedere con i tagli alla produzione stabiliti nella prima metà di aprile.
Cosa sta succedendo a Hong Kong?
Oggi il Congresso nazionale del popolo cinese ha approvato la legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong che, già dallo scorso fine settimana, aveva sollevato una nuova ondata di proteste da parte dei manifestanti pro-democrazia. Gli Usa hanno minacciato ritorsioni, con il segretario di stato Mike Pompeo secondo cui Hong Kong non si potrebbe più considerare autonoma.
Stamattina gli indici asiatici hanno chiuso contrastati. In Cina Shanghai e China A50 guadagnano rispettivamente lo 0,33% e lo 0,58%, mentre Shenzhen scende sotto la partià e perde lo 0,27%; l’Hang Seng scende invece dello 0,80%.
Molto meglio invece in Giappone, dove il Nikkei segna il rialzo maggiore dall’inizio della crisi coronavirus, con +2,32%. Positivo anche il più ampio indice Topix, che avanza dell’1,80% grazie anche ai nuovi stimoli fiscali annunciati dal premier Shinzo Abe per circa 1.100 miliardi di dollari.
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