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Cambio EUR/USD non riesce a dare segnali di forza

L’eurodollaro fallisce nel tentativo di superare la resistenza a 1,06. Attenzione in settimana ai dati su inflazione USA e quella dell’Eurozona.

Fonte: Bloomberg

Il cambio eurodollaro ha provato nuovamente un tentativo di rimbalzo che si è fermato sulla resistenza di breve a 1,06. L’andamento e le prospettive sulla coppia valutaria dipendono dalle mosse delle banche centrali.

I prossimi movimenti di FED e BCE

Già dal mese di marzo la Fed ha attuato una strategia di costante aumento dei tassi di interesse per frenare l’economia, e ciò ha portato dirette conseguenze sul dollaro che da allora si è apprezzato considerevolmente contro l’euro - ma non solo - passando dagli 1,12 agli 1,0525 attuali. Nell’ultima riunione, il FOMC ha deciso per un intervento più duro sui tassi di interesse (rialzo di 75 pbs) a causa della crescita delle pressioni inflazionistiche, salite nel mese di maggio dell’8,6% anno su anno, incremento più alto degli ultimi 40 anni.

Infatti, le previsioni sulla prossima riunione di luglio stimano una possibilità concreta di un altro aumento monstre da 75 punti base - anche se molto dipenderà dalla pubblicazione dei dati sull’inflazione PCE Core di giovedì 30. Nel caso in cui le pressioni inflazionistiche dovessero confermarsi molto forti sarebbe quasi certo l’aumento di 75 bps al nuovo range 2,25%-2,50%.

Per la BCE, invece, le condizioni macroeconomiche hanno suggerito - nell’incontro di giugno - di mantenere inalterato il tasso di interesse allo 0%. Nonostante questa decisione possa essere interpretata dagli investitori come un sintomo di indecisione della BCE, il governatore Christine Lagarde ha rassicurato i mercati riguardo all’intenzione di un possibile primo rialzo di 25 punti base nella prossima riunione di luglio.

Detto ciò, anche in questo caso molto dipenderà dai dati Core sull’inflazione nella zona euro - in pubblicazione venerdì 1° luglio - che, se superiori al previsto, potrebbero indurre la BCE ad un aumento più ampio dei tassi di interesse.

Cosa può far muovere l’EUR/USD nei prossimi giorni?

Entrambe le banche centrali hanno dichiarato guerra aperta contro le pressioni inflazionistiche, ormai fuori controllo, che hanno raggiunto livelli mai visti da oltre quarant’anni.

Proprio a causa delle pressioni inflazionistiche, la Federal Reserve ha anticipato di molto la sua controparte europea nel rialzo progressivo dei tassi di interesse. Negli Stati Uniti, infatti, l’inflazione è causata anche da pressioni dal lato della domanda a causa di un tasso di disoccupazione estremamente basso e a una crescita dei salari.

Al contrario la Banca Centrale Europea, ha solo recentemente affermato che - probabilmente - alzerà i tassi di interesse nella prossima riunione di luglio a causa di un inflazione da costi prevalentemente generata dalle conseguenze del conflitto ucraino.

Tuttavia, nonostante l’inflazione europea a maggio abbia raggiunto ben l’8,1% anno su anno, la BCE ha sempre desistito dall’anticipare troppo un aumento del costo del denaro - per paura di rallentare la fragile economia europea - e conscia che una quota importante dell’indice dei prezzi al consumo deriva dal rincaro delle materie prime conseguente al conflitto ucraino e non dal lato della domanda.

Dunque, la differenza sostanziale nell’ambiente macroeconomico tra Stati Uniti ed Europa e le mosse delle banche centrali possono spiegare il costante rafforzamento del biglietto verde nei confronti dell’euro ormai da inizio anno.

In conclusione, la pubblicazione dei dati PCE Core USA e quello sull’inflazione Core europea (che rappresentano i parametri più utilizzati dalle banche centrali per le decisioni di politica monetaria) potrebbero essere determinanti nell’innescare un ulteriore inasprimento nel programma di rialzo dei tassi delle rispettive banche centrali, con potenziali movimenti della coppia valutaria EUR/USD.

Quali le prospettive grafiche?

Da un punto di vista tecnico il mancato break-out rialzista di 1,06 sta spingendo le quotazioni dell’eurodollaro sui supporti in area 1,0470, il cui cedimento potrebbe generare un nuovo segmento ribassista con obiettivi a 1,0350. Segnali incoraggianti solo sopra 1,06, preludio per un possibile attacco a 1,0780.

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