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Camera dei rappresentanti vota impeachment Trump: cosa succede ora?

L’accusa di abuso di potere e ostruzione dei lavori ha compattato i democratici, ma per il presidente Usa non è ancora detto l’ultima parola: a gennaio si passa al Senato

Dopo un dibattito fiume, durato circa otto ore, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha deliberato la messa in stato d’accusa del presidente Donald Trump. Abuso di potere e ostruzione dei lavori del Congresso sono le due accuse che potrebbero costare a Trump la poltrona: la prima è passata con un voto compatto dei democratici (230 voti contro 197), la seconda ha raccolto 299 voti favorevoli (anche in questo caso, tutti democratici) e 198 contrari. Tra i democratici, sull’abuso di potere c’è stato un astenuto, mentre due hanno votato contro a entrambi gli articoli; dei due, uno ha votato anche contro la seconda accusa. La parola passa adesso al Senato, che si esprimerà a gennaio.

La speaker della Camera, Nancy Pelosi, in realtà non è stata molto chiara sul passaggio degli articoli al Senato, dove il processo proseguirà con un secondo voto. Prima di mandare i due procuratori della Camera per l’impeachment (i procuratori scelti avranno il compito di comparire davanti al Senato e riferire sulle indagini che hanno portato alla condanna), la portavoce avrebbe infatti voluto saperne di più sulle modalità in cui il processo sarebbe stato condotto al Senato. La cautela sarebbe dovuta al rifiuto da parte del leader della maggioranza repubblicana, Mitch McConnell, di convocare testimoni chiave come il capo dello staff della Casa Bianca, Mick Mulvaney. La nomina dei procuratori è attesa nei prossimi giorni.

Cosa deciderà il Senato?

Eppure i mercati sono ancora abbastanza calmi: al Senato l’accusa ha bisogno di due terzi dei voti per essere approvata – ma il Senato è a forte maggioranza repubblicana. Di 100 seggi, infatti, 53 sono in mano ai repubblicani, 45 ai democratici e due agli indipendenti.

D’altra parte, l’esito della decisione al Senato sembra già abbastanza scontata. “Vi anticipo che il risultato sarà decisamente di parte”, ha dichiarato lo stesso McConnell: “Io non sono affatto imparziale al riguardo”.

Quanto inciderà l’impeachment sull’amministrazione Trump?

Un sondaggio di Gallup, pubblicato prima del voto del Congresso, fino a ieri segnava dati positivi per Trump: l’approvazione delle politiche per il lavoro è salita dal 39% al 45%, mentre il supporto per l’accusa di impeachment scendeva dal 52% al 46%. Valori leggermente diversi ma di uguale portata emergono anche da un sondaggio Cnn (da novembre, i favorevoli all’impeachment sarebbero scesi dal 50% al 45%).

D’altra parte, la stessa Nancy Pelosi vorrebbe evitare di spaccare eccessivamente il paese su logiche di partito nell’ambito di un’accusa verso il presidente degli Stati Uniti. “A meno che non vi sia qualcosa di così inoppugnabile e schiacciate e bipartisan, non credo che dovremmo arrivare fino in fondo, perché divide il paese. E non ne vale la pena, per lui”, aveva dichiarato mesi fa al Washington Post. Poi l’accusa, dopo la telefonata del 25 luglio. Ciò dunque potrebbe portare a risultati incerti sull’elettorato.

Da dove è partita l’accusa?

È da quasi tre mesi che le indagini per la procedura di impeachment vanno avanti – da quando, verso la fine di settembre, trapelarono alcune indiscrezioni su una telefonata fra Trump e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky, avvenuta il 25 luglio. Durante la telefonata, il presidente Usa avrebbe fatto pressioni sul governo ucraino per avviare un’indagine per corruzione su una compagnia di estrazione di gas del cui board fa parte il figlio dell’ex vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden, Hunter. Da allora è iniziata quella che Trump ha definito “caccia alle streghe”, mentre si offriva di pubblicare le trascrizioni delle telefonate con Zelensky.

Come hanno reagito i mercati?

Gli indici asiatici chiudono poco mossi: Shanghai sulla parità +0,01%, così come SZSE Component (+0,02%), mentre China A50 scende a -0,10%. Negative anche le Borse giapponesi, con il Nikkei a -0,29% e il Topix a -0,13%.

L’Europa invece è più concentrata sulle dichiarazioni della Riskbank svedese (che in mattinata ha alzato i tassi di interesse) e della Bank of England. Parigi apre a -0,04%, Francoforte a -0,32%, Londra a +0,01%, Milano a -0,01%, Madrid -0,34%.

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