Commissione Eu accetta manovra bilancio Italia (ma con riserva)
La Finanziaria italiana preoccupa, ma ha ancora tempo per migliorare. Resta vigile l’esecutivo europeo
L’Italia è ufficialmente “a rischio di non rispetto del patto di stabilità”: è quanto emerge dal parere della Commissione europea, pubblicato oggi, sulle leggi di bilancio per il 2020 dei paesi dell’Unione. Eppure non tutto è perduto: la legge di bilancio ancora è in discussione al Parlamento, dunque c’è tempo per aggiungere tutti gli emendamenti ritenuti necessari – se del caso.
A rischio come l’Italia sono anche Francia, il Portogallo, la Spagna, il Belgio, la Finlandia, la Slovenia e la Slovacchia.
Valdis Dombrovskis, vice presidente della Commissione, ha esortato i suddetti stati a prendere misure in grado di farli tornare a rispettare i parametri europei. Preoccupano soprattutto i paesi dai debiti pubblici molto elevati: in Italia, Francia, Belgio e Spagna, la situazione rischia di diventare “preoccupante” a causa degli “alti livelli di debito, che limitano la capacità di rispondere a shock economici e alle pressioni di mercato”.
Proprio a proposito del debito, la Commissione si è concentrata sull’Italia e sulle “ampie deviazioni” che potrebbe imboccare rispetto alle misure previste dalla legge inviata a Bruxelles. Più che promossa, la legge Finanziaria italiana sembra dunque essere stata rimandata al prossimo anno. Nel 2020, infatti, la Commissione europea si esprimerà sull’andamento dell’economia nell’ultimo biennio: se, tra il 2018 e il 2019, l’esecutivo europeo dovesse registrare un aumento del debito, si procederà con la valutazione di un’eventuale procedura per debito eccessivo.
Come sono andati gli altri stati?
In generale, comunque, nessuno dei paesi della zona euro ha registrato “particolari discordanze con i requisiti del patto di crescita e stabilità”, come si legge nel rapporto della Commissione europea. Germania, Irlanda, Grecia, Cipro, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi e Austria sono le prime della classe, con bilanci completamente allineati alle previsioni Ue. Si calcola inoltre che tra il 2019 e il 2020 il numero degli stati membri la cui finanziaria sia sopra o in linea con i requisiti europei possa passare da sei a nove.
Resta ancora alto invece il livello di differenziazione delle politiche fiscali in base ai diversi paesi, che non riuscirà a raggiungere livelli accettabili neanche nel 2020. Inoltre, la Commissione ha calcolato un aumento del deficit strutturale aggregato dell’area euro pari allo 0,2% del (potenziale) Pil europeo.
Il rapporto sarà discusso durante la prossima riunione dell’Eurogruppo e del Consiglio europeo, previste rispettivamente intorno all’inizio e alla metà di dicembre.
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