Coronavirus: in arrivo una misura coordinata della banche centrali mondiali?
L’Ocse rivede al ribasso le stime della crescita mondiale: se l’epidemia non si fermerà presto la crescita cinese si contrarrà a solo +4,9%, quella globale solo +1,5%. Precipitano i titolo del settore bancario
I danni economici dell’epidemia di coronavirus minacciano una contrazione dell’intera economia globale. Stamattina l’indice Pmi stilato da Caixin ha posto in luce un ribasso del comparto manifatturiero cinese di ben dieci punti (40,3 a febbraio; il mese precedente era ammontato a 51,1), il risultato peggiore dalla crisi del 2008. Gli istituti centrali di tutto il mondo stanno dunque soppesando l’ipotesi di un taglio dei tassi e di misure per l’acquisto di asset, così da sostenere l’economia.
Cosa farà la Banca Centrale Europea di fronte all'emergenza coronavirus?
Oggi è intervenuto sulla questione Luis De Guinos, il vice-presidente dell’istituto di Francoforte. Per De Guinos, il rischio che l’epidemia blocchi esportazioni, rifornimenti e, dunque, la catena degli approvigionamenti, con ricadute sui servizi, è abbastanza alto perché la Bce decida di seguire l’esempio della Banca centrale cinese e implementare misure monetarie in grado di sostenere l’economia.
“Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, a seconda dei casi, per garantire che l'inflazione si muova verso il suo obiettivo in modo sostenuto”, ha dichiarato De Guinos. Eppure, sarà necessario aspettare ancora per capire in che modo la Bce intenda procedere.
D’altra parte, è da poco che i singoli capo delle banche centrali dell’Eurozona hanno concordato la necessità di una risposta comune: fino alla scorsa settimana Jens Weidmann, a capo dell’istituto centrale tedesco, ancora sosteneva di poter uscire dall’emergenza senza ricorrere a misure comunitarie – nonostante anche la Bundesbank abbia avvertito del rischio per la Germania di non arrivare all’obiettivo di crescita stimato dello 0,6%.
In ogni caso, si fa strada la prospettiva un abbandono delle politiche di pareggio del bilancio. Il premier italiano Giuseppe Conte ha già chiesto in realtà di ricorrere a misure di emergenza, che autorizzano l’Italia a sforare dal limite del 3% di rapporto deficit/Pil, proprio a causa della crisi che il coronavirus ha innescato in Italia (terzo paese al mondo per numero di contagi). Il commissario italiano Paolo Gentiloni ha invocato “una risposta coordinata” da parte di tutte le nazioni dell’Ue, mentre la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha annunciato che il livello di rischio all’interno dell’Unione Europea è stato alzato al livello “alto”.
Quante probabilità ci sono che anche la Federal Reserve prenda provvedimenti per recuperare i danni da coronavirus?
Se, fino a qualche settimana fa, le probabilità che la Banca centrale Usa tagliasse entro breve i tassi di interesse erano pressoché nulle (tutt’al più la Fed aveva parlato di qualche cambiamento non prima del 2021), nelle ultime ore la situazione è venuta a ribaltarsi – proprio in concomitanza delle prime vittime accertate per coronavirus nello stto di Washington.
Ieri voci da Goldman Sachs e Bank of America suggerivano che la Fed potrebbe annunciare un taglio dei tassi di 50 punti base alla riunione del 17 e 18 marzo, per poi arrivare a un taglio di 100 punti base entro la fine del 2020. Venerdì scorso, il presidente della Fed Jerome Powell aveva dichiarato che, nonostante la banca centrale Usa abbia giudicato le condizioni economiche degli Usa abbastanza stabili, stia comunque “monitorando attentamente gli sviluppi e le implicazioni” del coronavirus sull’economia statunitense.
Come sta evolvendo la situazione coronavirus oggi?
Ad oggi, il coronavirus ha causato oltre 80mila contagi in tutto il mondo e circa tremila decessi. Il 90% delle persone colpite risiede a Wuhan, dove si è sviluppato il focolaio (ma dove comunque oggi tornano a lavorare a pieno ritmo le aziende che erano ferme dalla fine di gennaio). All’interno dell’Unione Europea il commissario alla Salute, Stella Kyriakides, ha annunciato ad oggi circa 2.100 casi di coronavirus in 18 dei 27 stati comunitari e 38 vittime.
Che ricadute hanno avuto le ultime notizie sugli indici?
La giornata, iniziata bene sui principali listini europei, ha subito in mattinata una brusca inversione di tendenza. A pesare sono state le ultime notizie sulle ricadute economiche del virus: secondo gli ultimi dati rilasciati dall’Ocse, il Pil mondiale potrà subire una frenata dal 2,9% al 2,4% - e questo nel caso migliore. Al contrario, qualora la contrazione della crescita della Cina (la cui previsione ormai è scesa a +4,9%, rispetto a un’attesa di +5,7%) dovesse dispiegare effetti a catena nel resto delle economie globali, la crescita potrebbe ridursi fino all’1,5%.
Gli indici europei viaggino tutti al ribasso: Parigi segna -0,71%, Francoforte -1,36%, Madrid-0,925 e Milano la peggiore, con un ribasso del 2,69%. Unica positiva Londra, che osserva segni di leggera ripresa a +0,32%.
E sulle banche?
Il comparto più colpito è stato quello bancario. Le quotazioni dei principali titoli bancari perdono fino all’8% (Banco Bpm, fermato in asta di mobilità), mentre Ubi, Unicredit e Bper segnano ribassi intorno al 6%. Giù anche MedioBanca (-4,8%) e Intesa Sanpaolo (-3,1%). L’intero comparto bancario in Europa ha perso il 2%.
Sale anche lo spread tra Btp e Bund, che risale a 180 punti.
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