Cosa tenere d’occhio questa settimana: WEF a Davos, Eurogruppo e Consiglio UE
Il 50mo appuntamento con il World Economic Forum si apre all’insegna del cambiamento climatico, ma in settimana vi sarà spazio per parlare anche della situazione in Libia, soprattutto tra i paesi dell’Ue
Cambiamento climatico, ma anche tensioni in Medio Oriente e in Nord Africa: saranno i temi in discussione a Davos dove, da domani fino al 24, si terrà il 50mo World Economic Forum.
Ma quella in partenza oggi è anche la settimana del Consiglio dei ministri europei sulla sicurezza, soprattutto dopo il vertice di domenica a Berlino, dove si è discusso un piano d’azione per la Libia. Dati i forti interessi in ballo (soprattutto italiani e francesi) e le risoluzioni, abbastanza tiepide, del summit organizzato dalla Germania, si prospetta molto da discutere per il ministri degli Esteri dell’Unione. In corso anche l'Eurogruppo.
Cosa succederà a Davos?
Per la prima volta in quindici anni, ai primi cinque posti dell’ordine del giorno del World Economic Forum ci sono questioni ambientali: la distruzione provocata da incendi (come in Australia) e alluvioni, l’agenda dei governi al riguardo, i crimini ambientali, la perdita di biodiversità e i disastri naturali. Lo stesso Fondo monetario internazionale, in occasione del vertice in partenza domani, ha fatto sapere che il cambiamento climatico costituisce una vera e propria minaccia per l’economia globale.
D’altra parte, i protagonisti delle questioni che nelle ultime settimane hanno tenuto i mercati con il fiato sospeso si sono già incontrati. Cina e Stati Uniti, per iniziare con le due più grandi economie a livello globale, hanno firmato la settimana scorsa l’accordo sulla “Fase 1” della trattative commerciale, stabilendo di fatto una tregua nell’ambito della guerra dei dazi che ha impegnato le due superpotenze negli ultimi 18 mesi.
Quanto alle tensioni in Nord-Africa, invece, il generale Khalifa Haftar e il premier Fayez al-Sarraj sembrano ben lungi non solo dal raggiungere un accordo sulla conclusione delle violenze in Libia, ma addirittura dall’incontrarsi. Ieri erano entrambi a Berlino, ma hanno rifiutato di sedersi allo stesso tavolo.
Perché l’Iran si è ritirato all’ultimo momento?
Quel che è certo invece è che a Davos non vi sarà nessun rappresentante iraniano. Mohammad Javad Zarid, il ministro degli Esteri iraniano, ha infatti ritirato la sua partecipazione all’ultimo momento, senza fornire troppe spiegazioni. Abbas Mousavi, il suo portavoce, ha spiegato che, “Sebbene il ministro avesse ricevuto un invito personale per l'evento, il viaggio non si svolgerà” perché “hanno cambiato il programma originario che avevano per lui, che era stato concordato, sostituendolo con qualcos'altro”.
Sfuma quindi la possibilità di un faccia a faccia con il presidente Usa Donald Trump, dopo le tensioni che, dall’inizio del mese, hanno rischiato di provocare un’escalation di violenza in Medio Oriente.
Grande assente anche il premier britannico Boris Johnson, che ha rifiutato di partecipare al summit, insieme al suo governo, sostenendo che fosse più importante restare al Londra, per i cittadini, soprattutto per lavorare sulla Brexit, che avverrà ormai di certo entro la fine del mese. Sarà invece presente il principe Carlo. All’appello mancheranno anche il premier canadese Justin Trudeau e il presidente francese Emmanuel Macron.
Quali saranno i prossimi appuntamenti europei?
Oggi intanto si riuniscono a Bruxelles i ministri degli Esteri dell’Unione Europea. L’incontro segue a stretto giro quello di ieri a Berlino e il tema principali all’ordine del giorno è lo stesso: come intervenire per un processo di pace in Libia.
Tra la misure che i ministri degli Esteri stanno prendendo in considerazione c’è anzitutto un rafforzamento della missione Sofia, che includerebbe il rilancio di una flotta di pattuglie navali a cui contribuirebbe l’intera Unione (la maggioranza degli stati aveva ritirato i propri mezzi navali dopo la proposta dell’Italia di una redistribuzione dei migranti salvati nel Mediterraneo).
Si parlerà anche dell’invio e rafforzamento dei contingenti militari in Libia; a quanto pare, la questione da dirimere resta quella della bandiera sotto cui far arrivare le truppe in Libia, con la Germania che ha proposto una missione europea.
Proprio in queste ore si sta inoltre svolgendo l’Eurogruppo, con i ministri dell’Economia e Finanza dei paesi dell’Eurozona che si confronteranno sulle priorità politiche dei nuovi governi di Spagna, Austria e Finlandia e, in una seconda fase, si concentreranno sull’approfondimento dell’unione bancaria e del pacchetto di riforme del Meccanismo di Stabilità Europeo, lasciato in sospeso lo scorso 13 dicembre.
Come hanno reagito i mercati?
In attesa dell’inizio dei lavori a Davos e con le Borse statunitensi chiuse per festività, la giornata sui mercati è particolarmente calma. Il mercato delle materie prime si è mosso stamattina, con il prezzo del petrolio che, dopo l’attacco di ieri da parte delle milizie di Haftar a un oleodotto in Tripolitania, si è alzato raggiungendo 59,71 dollari al barile (Wti) e 65,43 dollari al barile (il Brent).
Gli indici europei sono invece poco mossi, con solo il Dax in area positiva (+0,18%), mentre il Cac40 segna un ribasso dello 0,93%, il Ftse Mib -0,41% e Ftse 100 -0,39%.
In leggero ribasso il cambio euro dollaro, a quota 1,1085.
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