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Crolla il Pil tedesco, schiacciato dalla crisi coronavirus: -2,2% nel primo trimestre

Si tratta della contrazione peggiore dalla crisi del 2009. Giù anche l’Eurozona, -3,8% nel primo trimestre ma reggono gli azionari: Dax +1,88%, Milano +0,88%

Grafico Fonte: Bloomberg

Dopo Italia, Spagna e Francia anche la Germania entra ufficialmente in recessione. L’istituto di statistica tedesco Destat ha pubblicato stamattina il dato preliminare sul Pil del primo trimestre, crollato del 2,2% rispetto agli ultimi tre mesi del 2019 e dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Si tratta del crollo peggiore dalla crisi economico-finanziaria del 2009, quando nel primo trimestre il Pil trimestrale subì una contrazione del 4,7%. A peggiorare la situazione è che il Pil del quarto trimestre 2019 è stato rivisto al ribasso, passando da stabile a una contrazione dello 0,1%: con due trimestri di seguito negativi, la Germania entra ufficialmente in recessione tecnica.

Quanto ha inciso la pandemia di coronavirus?

A preoccupare è inoltre il fatto che in Germania il lockdown è entrato in vigore a metà marzo, dunque la contrazione registrata nel primo trimestre risulta per lo più concentrata in sole due settimane. Le prospettive per il futuro si fanno dunque ancora più incerte e i dati per il trimestre in corso si prevedono ben più negativi, con l’intero mese di aprile di stop alle industrie e una ripartenza, per quanto anticipata rispetto al resto d’Europa (le attività essenziali tedesche hanno riaperto i battenti dal 26 aprile) minacciata da una seconda ondata di contagi da Coid-19, che potrebbero portare a una nuova chiusura tutale.

Negli ultimi giorni proprio la Germania ha fatto da apripista in Europa per un graduale ritorno alla normalità, ed è per questo che gli operatori continuano a guardare con apprensione i dati sui nuovi casi di Covid-19. Secondo i dati del Robert Koch Institute, nelle ultime 24 ore sono stati registrati 913 nuovi casi, che porta il numero totale a 173.152, e 101 decessi, per un totale di 7.824. In base all’andamento della pandemia, l’ufficio Statistiche tedesco ha pronosticato un calo fino al 10% del prodotto interno lordo nel 2020.

Scendono in Germania anche i prezzi alla produzione, passati da -0,8% a -0,7% da marzo ad aprile e da -0,8% a -1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

E nel resto dell’Unione europea?

Migliore del previsto, ma comunque sotto zero, anche il Pil dei Paesi Bassi, che ha subito una contrazione dello 0,5% rispetto al 2019, a fronte di aspettative che volevano un ribasso dell’1,9%, mentre il dato trimestre su trimestre evidenzia una contrazione dell’1,7%, mentre gli analisti attendevano un ribasso del 3%.

Negli ultimi giorni, i dati preliminari sul prodotto interno loro delle principali economie europee hanno registrato contrazioni che vanno dal 5,8% della Francia al 4,7% dell’Italia, passando per il 5,2% della Spagna.

Scende anche l’inflazione in Italia: l’Istat stamattina ha rilasciato i dati ufficiali per l’indice dei prezzi al consumo in Italia, scesi a zero anno su anno e rimasti invariati, allo 0,1%, da marzo ad aprile.

Quanto all’intera Eurozona, il Pil trimestrale conferma i valori negativi: nell’ultimo trimestre l’area euro he registrato una contrazione del 3,8%, in linea con le aspettative, mentre il dato anno su anno mette in luce una contrazione del 3,2%, rispetto al 3,3% registrato nei primi tre mesi del 2019 – il crollo peggiore dal 1995.

Come hanno reagito gli indici europei?

Eppure i dati di stamattina non sembrano aver inciso sulle Borse europee, dove gli scambi continuano al rialzo, approfittando del rally del comparto bancario di ieri su Wall Street, che ha portato gli azionari statunitensi a chiudere in area positiva, ma anche dei buoni dati macro in arrivo dalla Cina, che ha riportato un balzo della produzione industriale del 3,9%.

Al momento il Dax guadagna l’1,88% a 10.520 punti. Bene anche Parigi (+0,98%), Londra (+1,14%) e Milano (+0,88%), mentre a Madrid l’Ibex fatica a mantenersi sopra la parità.

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