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Dow in calo dopo quattro giorni di rialzi, dati macro contrastanti

Bene le vendite al dettaglio (+7,5% a giugno), ma restano ancora 32 milioni di disoccupati in Usa – e i timori per l’aumento dei contagi di Covid-19 non fanno che peggiorare la situazione. Male il Dow Jones a -0,44%

Dow Jones Fonte: Bloomberg

Le richieste di sussidi di disoccupazione scendono per la quindicesima settimana consecutiva dopo che, a marzo, erano arrivate alla cifra record di oltre sei milioni in una settimana. Il numero però resta ancora alto, ben oltre le 200 mila su cui viaggiavano in tempi pre-covid – e il dato dell’ultima settimana, quella conclusasi lo scorso 11 luglio, torna a sconfessare (in negativo) le aspettative: 1,30 milioni di cittadini statunitensi hanno compilato richieste per i sussidi di disoccupazione, a fronte di attese per 1,25 milioni.

Come si sta muovendo la curva delle richieste di disoccupazione?

Le domande continuano a scendere, dunque, ma le cifre restano a livelli da record: mai sotto al milione di nuovi disoccupati per 17 settimane consecutive, per un totale di circa 32 milioni di persone attualmente senza lavoro.

Le richieste continue – quelle, cioè, di chi dopo la prima settimana continua ad aver bisogno di un sussidio perché ancora senza lavoro – alla settimana conclusasi il 4 luglio sono ancora 17,33 milioni, in calo di 422 mila unità rispetto alla misurazione precedente.

L’impressione generale è che l’appiattimento della curva, senza che però venga ancora rilevato un riduzione ai livelli pre-pandemici, rifletta i danni a lungo termine della crisi: i licenziamenti permanenti.

A ciò si aggiunge inoltre il timore legato all’aumento dei contagi (negli ultimi giorni gli Stati Uniti viaggiano al ritmo di circa 60 mila al giorno) e al potenziale ritorno del lockdown, che potrebbe rappresentare il colpo di grazia per le piccole attività – e i cittadini che, dopo la prima compilazione della richiesta di sussidio di disoccupazione, vi erano tornati a lavorare, contribuendo ad abbassare la curva.

Non è un caso che la cifra più alta dei richiedenti si sia registrata proprio in California (200 mila nuove richieste), il primo stato a reintrodurre la chiusura di attività non essenziali e alcune scuole per contrastare la diffusione del virus.

Gli altri dati macro

Se da una lato la pandemia di Covid-19 continua a tenere i lavoratori statunitensi con il fiato sospeso, dall’altra arrivano comunque segnali incoraggianti. È il caso del dato sulle vendite al dettaglio, che a giugno negli Usa hanno superato le aspettative salendo del 7,5% rispetto al mese precedente e dell’1,10% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

L’aumento non raggiunge comunque la cifra record di maggio, quando la riapertura delle attività economiche post-lockdown causò un balzo delle vendite al dettaglio di oltre il 18%. Stavolta però contribuiscono al dato anche le vendite di automobili, che valgono per l’8,2% del totale. Bene anche le vendite di carburante (+15,3%), elettronica (+37,4%) e abbigliamento (+105,1%). Gli acquisti core salgono a giugno del 5,6%, rispetto al picco del 10,1% di maggio.

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Come hanno reagito gli indici di Wall Street?

Dopo quattro giorni di rialzi, guidati per lo più dai risultati trimestrali migliori del previsto delle grandi banche Usa (oggi è stato il turno di Morgan Stanley, +30% di ricavi, 13,4 miliardi, e Bank of America, 22,3 miliardi di ricavi), oggi Wall Street ha aperto e continua a viaggiare in negativo, con il ritorno delle pressioni per via del timore di coronavirus.

Al momento i principali listini viaggiano in rosso: il Nasdaq perde l’1,24%, l’S&P500 lascia sul terreno lo 0,64% e il Down Jones scende dello 0,44%, a 26.750 punti.

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