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EUR/USD in calo dopo il crollo record del Pmi servizi ad aprile

I dati dei direttori agli acquisti nel settore terziario riflettono le conseguenze della pandemia di coronavirus. Preoccupazione per la ripresa, aggrappata alle decisioni dei governi sull’allentamento del lockdown

Persone davanti negozio Fonte: Bloomberg

Continua la conta dei danni all’economia dell’Eurozona a causa della pandemia di coronavirus, che ad aprile ha affossato il settore servizi segnando un nuovo minimo storico, a 12 punti.

Cosa segnalano i dati nei vari stati dell’Eurozona?

Ad aprile il settore terziario è rimasto fermo per l’intero mese, con conseguenze disastrose che hanno portato l’indice finale composito della produzione nell’Eurozona a 13.6 punti: leggermente superiore rispetto alle previsioni (13,5) ma comunque in picchiata se confrontato con marzo, quando erano stati registrati 29,7 punti. Quanto all’indice dei servizi, questo si è assestato a 12 punti (stima flash a 11,7, a marzo era stato pari a 26,4).

I dati, raccolti dal 7 al 27 aprile, mostrano un forte calo delle commesse soprattutto per le aziende private, con Italia e Spagna che hanno riportato i risultati peggiori. Si tratta del 14simo mese di seguito di contrazione, il secondo se si considerano le contrazioni a livello occupazionale, in cui è stato registrato il crollo peggiore in 22 anni.

In caduta libera anche i prezzi, tanto per quanto riguarda le spese operative (scese al tasso più elevato dal 2009) quanto i prezzi di vendita. Pesa inoltre il forte rallentamento del flusso dei nuovi ordini, con Italia, Spagna e Francia che registrano i valori peggiori.

“Con la chiusura di gran parte dei settori economici dell’eurozona mentre il contagio da Covid-19 si espandeva, i dati economici di aprile dovevano inevitabilmente risultare negativi” spiega Chris Williamson, Chief Business Economist presso Ihs Markit. “L’entità del collasso resta comunque impressionante – continua WIlliamson. I dati dell’indagine indicano un PIL in calo ad un tasso trimestrale di circa il 7,5%, superando di gran lunga la peggiore recessione cui abbiamo assistito durante la crisi finanziaria globale. Sono stati tagliati anche i livelli occupazionali e a tassi mai visti prima”.

Come hanno reagito i diversi stati dell’Eurozona al lockdown per il coronavirus?

Germania, Francia, Italia, Spagna e Irlanda, che insieme rappresentano circa il 78% delle attività nel settore privato dell’Eurozona, hanno registrato tutte un calo dei Pmi a cifre più vicine allo zero che al livello di espansione – 50 punti.

In Germania, locomotiva dell’Eurozona che già dall’ultima settimana di aprile (comunque a indagine già conclusa) ha iniziato ad allentare le restrizioni previste dalle misure di contenimento del Covid-19, l’indice composito è sceso a 17,4 punti, rispetto ai 35 di marzo; quello sul settore servizi segna invece 16,2, quasi dimezzato rispetto ai 31,7 di marzo.

La Spagna registra livelli sempre più rasenti lo zero: ad aprile le prospettive per il settore servizi hanno registrato solo 7,1 punti, rispetto ai 23 di marzo: a pagarne le spese più care sono stati il settore della ristorazione e quello dei trasporti.

In Francia il Pmi composito segna 11,1, peggio rispetto alle attese di 11,2 e in caduta libera rispetto a marzo, quando si era fermato a 28,9; anche il Pmi servizi scende al di sotto delle aspettative, a 10,2 – a marzo era stato di 27,4.

Infine il dato italiano: ad aprile il Pmi composito è quasi dimezzato rispetto al risultato di marzo, 10,9 punti rispetto ai 20,2, mentre quello relativo ai servizi risulta leggermente migliore rispetto alle attese, con 10,8 punti (la stima flash ne aveva previsti 9), ma comunque in ribasso rispetto a marzo (17 punti).

A condurre le perdite sono chiaramente i settori del turismo, della ristorazione e dell’intrattenimento, di fatto completamente congelati per tutta la durata dei rispettivi lockdown nazionali. Gli intervistati temono inoltre l’effetto a lungo termine del coronavirus, a partire dal livello di domanda (e, di conseguenza, dei prezzi). Non aiuta l’incertezza sull’effettivo ritorno alla normalità, con i governi che solo negli ultimi giorni hanno iniziato ad allentare le misure, pronti a chiudere di nuovo i settori non essenziali qualora la curva dei contagi dovesse risalire.

Quanto alle prospettive di ripresa, non resta che attendere i dati di maggio, da cui sarà possibile stimare il tasso di crescita man mano che verranno allentate le retrizioni.

Come ha reagito il cambio EUR/USD alla pubblicazione dei dati?

La coppia valutaria euro-dollaro, già abbastanza provata dalla sentenza di ieri con cui la Corte Costituzionale tedesca si è espressa sulla legittimità del Quantitative Easing, alla pubblicazione dei dati di stamattina è scesa ancora, sfondando il supporto a 1,0799.

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