Europa in profondo rosso dopo bollettino Bce: ripresa incerta, pronti ad aumentare QE
Milano e Parigi perdono oltre il 2% a metà mattina dopo le previsioni dell’istituto centrale europeo sulla ripresa post-covid. Atteso in serata il discorso del vice presidente De Guindos
Il peggio per l’Europa sembrerebbe passato, ma la ripresa durerà almeno due anni: sono le previsioni di Luis De Guindos, vice presidente della Banca Centrale Europea, che interverrà di nuovo stasera dopo che, in mattinata, è stato pubblicato il bollettino mensile sulla situazione economica dell’Eurozona.
“Nel 2021, per quanto il livello di incertezza sia ancora alto, potremmo raggiungere un tasso di crescita intorno al 6% nell’Eurozona”, ha dichiarato ieri De Guindos.
Stamattina il bollettino economico dell’istituto centrale ha sottolineato come le imponenti misure economiche adottate all’inizio di marzo abbiano effettivamente fornito sostegno soprattutto ai settori più esposti, grazie alle agevolazioni sull’accesso alla liquidità rese possibile tramite i 750 miliardi di euro aggiuntivi disposti tramite Quantitative Easing.
“Il Consiglio direttivo ribadisce il massimo impegno a fare tutto ciò che sarà necessario nell'ambito del proprio mandato per sostenere tutti i cittadini dell'area dell'euro in questo momento di estrema difficoltà”. Non molto dissimile dalla garanzia del ricorso all’ampio “set di strumenti” a cui ieri il presidente della Federal Reserve statunitense Colin Powell ha ricordato di essere pronto a ricorrere, per far fronte alla crisi coronavirus. Per Christine Lagarde, presidente della Bce, l’Eurozona si avvia a una contrazione del 15% nel 2020 a causa del coronavirus.
“il Consiglio – continua il comunicato - è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per far sì che l'inflazione converga stabilmente verso l'obiettivo perseguito, coerentemente con l'impegno a favore della simmetria”.
Quali sono le prospettive della Bce per i prossimi mesi?
Considerando l’incertezza della crisi economica, “di una magnitudine e una velocità senza precedenti in periodo di pace”, e il fatto che le misure intraprese dalla Banca centrale europea per farvi fronte hanno alterato il comportamento dei consumatori nella zona euro, secondo l’istituto centrale l’Eurozona si avvia a una contrazione del Pil compresa tra il 5% e il 12% nel 2020, a seconda della durata della misure di lockdown.
Al via dunque a ulteriori alleggerimenti delle condizioni per accedere alle operazioni finanziarie previste dal programma TLTRO III e PELTROs (le operazioni di rifinanziamento a lungo termine ex-emergenza pandemia), annunciate nell’ultima riunione dell’istituto centrale. Si continua con gli acquisti da 20 miliardi di euro al mese nell’ambito del Quantitative Easing: fermo restando il monitoraggio delle suddette misure da parte del Consiglio Direttivo, al fine di settarle sulle necessità dell’Eurozona di pari passo con l’evolversi della crisi.
La Banca centrale europea ha ricordato i dati sulla fiducia dei consumatori (-22,7% ad aprile, che però lascia aperto lo spiraglio per una sottostima della domanda) e l’indice Pmi (-42,2 a marzo, -33,4 ad aprile). D’altra parte, si tratta dei dati raccolti nel pieno della crisi, che ancora non tengono conto del mese di maggio – quando le misure di lockdown si allenteranno in quasi tutta Europa, ma per lo più verso la fine del mese.
Cosa si prevede per il futuro?
Il calo della domanda è equivalso a calo dell’inflazione, che ad aprile è arrivata allo 0,4% (rispetto allo 0,7% di marzo). Regna l’incertezza sulla durata della ripresa, a causa della natura esogena della crisi; l’unico spiraglio in grado di risollevare il costo del denaro potrebbe essere rappresentato dalla riduzione dell’offerta, in seguito al rallentamento della catena di approvvigionamento: le speranze di ripresa dunque si osserveranno solo nel medio-lungo termine.
Come si stanno muovendo gli indici europei?
Torna a salire lo spread tra Btp e Bund tedeschi a 238 punti base, dopo il Dl Rilancio da 55 miliardi di euro varato ieri dal governo italiano, che ha portato il rendimento del titolo decennale a 1,84%.
Eppure, se già erano bastate le parole di ieri di Powell per far sprofondare in apertura gli indici europei, il commento per certi versi analogo della Bce non ha fatto che peggiorare la situazione. Contiene le perdite al di sotto dei 2 punti percentuali il Dax, che comunque viaggia in ribasso dell’1,86%; Parigi e Milano perdono rispettivamente il 2,12% e il 2,07%, mentre persino Londra viaggia in ribasso del 2,46%.
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