Facebook, trimestrale supera le aspettative (nonostante controversie su uso dati e pubblicità)
Aumentano ricavi, profitti e utile per azione, oltre al numero degli utenti (+2%), ma Zuckerberg non ha ancora vinto tutte le sue battaglie
Balzo in avanti per le azioni Facebook, che ieri sera ha pubblicato i dati sul terzo trimestre 2019. Il social network ha registrato ricavi per 17,65 miliardi di dollari (rispetto ai 17,37 previsti dagli analisti) e un utile per azione da 2,12 dollari (rispetto a 1,91). Quanto al profitto, è aumentato da 5,137 miliardi a 6,091 miliardi di dollari.
In leggero aumento anche gli utenti attivi giornalieri (1,62 miliardi rispetto a 1,61 prospettati), mentre il numero di quelli mensili corrisponde perfettamente alle previsioni (2,45 miliardi).
Facebook cresce, ma rallenta
I dati sembrano dunque buoni. Eppure, in relazione ai trimestri precedenti, la crescita è pari al 29%: si tratta dunque del terzo trimestre di fila in cui il social network per eccellenza registra una crescita inferiore al 30%. Dave Wehmer, Chier financial officer per Facebook, ha annunciato che anche per il prossimo trimestre (l’ultimo dell’anno finanziario 2019) si prevede un leggero rallentamento della crescita - anche gli analisti si aspettano una flessione del 5% rispetto ai valori pubblicati ieri.
Si prevede una contrazione anche per il 2020: i ricavi scenderanno infatti del 4%, a fronte di spese che si aggirano tra i 54 e i 59 miliardi di dollari.
Il 94% del totale delle entrate è costituito da inserzioni pubblicitarie (meglio, rispetto al 92% dello stesso periodo del 2018): il ricavo medio per utente si aggira intorno a 7,26 dollari (il 19% in più rispetto allo scorso anno). Il settore delle inserzioni è tanto rilevante quanto delicato per Facebook, la cui responsabilità nella diffusione di fake news è direttamente proporzionale alla dimensione del social – ormai diffuso a livello globale, con circa due miliardi di iscritti.
Quali sono le prossime mosse di Zuckerberg?
Proprio dal punto di vista della lotta alle fake news, spina nel fianco che ha da sempre provocato i maggiori problemi a Facebook, il Ceo Mark Zuckerberg ha dichiarato che non eliminerà gli annunci politici, in difesa della libertà di espressione. D’altra parte, lo stesso Zuckerberg ha sottolineato che le inserzioni politiche nel prossimo anno varranno solo per lo 0,5% dei ricavi totali. A sollevare la questione è stato l’annuncio da parte di Twitter, il cui Ceo jack Dorsey ha annunciato di voler procedere in tal senso.
Alla questione dei controlli (o mancati controlli) sulla veridicità delle inserzioni si affianca anche l’altra grande sfida di Facebook: l’uso improprio dei dati forniti dagli utenti. Al netto delle controversie legali, il risultato dell’ultimo trimestre, con il 2% in più di utenti, è dunque particolarmente positivo.
“Abbiamo avuto un buon trimestre e la nostra comunità e affari continuano a crescere. Siamo concentrati sul fare progressi riguardo ai principali problemi sociali e sul costruire nuove esperienze che migliorino la vita delle persone nel mondo”, ha dichiarato Zuckerberg in occasione della pubblicazione dei dati.
Come ha reagito il titolo?
Ieri a Wall Street il titolo ha chiuso al ribasso, perdendo lo 0,56% (-1,06). La pubblicazione dei dati trimestrali ha tuttavia provocato nell’after-hours un balzo in avanti del titolo, che ha subito un rialzo di quasi il 5%, toccando un prezzo teorico di 196,7 dollari nel pre-market.
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