Forex: EUR/USD torna sopra la parità

Il caso

Oggi il cambio EUR/USD mostra un deciso momentum rialzista ai massimi da oltre un mese e fin sopra la parità. Infatti, questa mattina la coppia valutaria ha mostrato un rialzo di 95 pips fino ad un picco intraday di 1,0047 per poi subire una forte volatilità che lo ha portato a stabilizzarsi intorno al livello di 1,0005.

Il movimento avviene all’indomani della decisione della Banca Centrale Europea sui tassi di interesse che secondo il mercato continuerà a mantenere una linea aggressiva aumentando di 75 punti base il livello dei suoi tre tassi di riferimento (di deposito, sui prestiti marginali e sulle operazioni di rifinanziamento).

La decisione della BCE sarà presa in risposta alle elevate pressioni inflazionistiche che nel mese di settembre sono state pari al +10,9% anno su anno nell’Unione Europea e al +9,9% a/a nell’Eurozona.

L’incognita FED

Nonostante ciò, il movimento al rialzo dell’EUR/USD è stato esacerbato anche dalle indiscrezioni del mercato che indicano che la Federal Reserve potrebbe optare per un accomodamento dei tassi di interesse nella riunione di dicembre con un rialzo di “soli” 50 punti base invece dei 75 previsti.

Infatti, venerdì scorso, il Presidente della FED di San Francisco, Mary Daly, aveva incoraggiato un rallentamento nell’intensità dei rialzi. Stessa tesi sostenuta anche da Christopher Waller, membro del Consiglio dei Governatori della FED, che ha dichiarato che nella prossima riunione - in programma tra l’1 e il 2 di novembre - si dovrà discutere animatamente riguardo alle future mosse di politica monetaria.

Il motivo di un rallentamento dell’aggressività della politica monetaria starebbe tutto nella tenuta dell’economia a stelle e strisce che, sebbene continui a mostrare una forte resilienza, potrebbe cominciare a mostrare i primi segnali di cedimento di fronte ad una stretta continua (ed eccessiva) sul costo del denaro.

Di conseguenza, l’indebolimento - negli scorsi giorni - del biglietto verde ha portato l’euro a subire un doppio effetto (lo svilimento del dollaro e l’apprezzamento della moneta unica) che ha in parte amplificato i movimenti rialzisti di oggi.

Le previsioni

Nonostante gli ampi apprezzamenti dell’euro nella giornata di oggi, quello che il mercato sta scontando in questo momento sono le speculazioni di un possibile “addolcimento” della politica monetaria della banca centrale statunitense che sta indebolendo considerevolmente il dollaro (non solo contro la moneta unica).

Tuttavia, nulla è certo in quanto il Governatore della Federal Reserve Jerome Powell rimane convinto che le azioni dell’istituto monetario devono seguire di pari passo i dati macroeconomici (inflazione, PIL e occupazione) che per i prossimi mesi non sono ancora prevedibili con un elevato grado di accuratezza.

Detto ciò, Powell starà sicuramente ad ascoltare i consigli degli altri membri più “colombe” del FOMC che vogliono evitare a tutti i costi di accelerare l’avvicinamento di una recessione.

Non ultimo, l’atteggiamento “hawkish” della Federal Reserve sembra essere una parziale reazione per tentare di riacquistare la credibilità persa lo scorso anno quando i membri del FOMC avevano sottovalutato troppo la crescita dell’inflazione definita “transitoria”. Di conseguenza la linea dura sulla politica monetaria potrebbe continuare come risposta ad un calo della fiducia del mercato verso le delibere della banca centrale.

In conclusione, le probabilità di calmieramento della politica monetaria della Federal Reserve dipenderanno in gran parte dai prossimi dati macro (in particolare quelli sull’inflazione) che, se mostreranno segnali positivi, potranno anche determinare un rialzo di 50 punti base a dicembre.

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