Forex: la corsa del superdollaro non sembra trovare ostacoli

Non c’è freno al rafforzamento del dollaro che continua a mostrare nuovi massimi contro le principali valute.

La coppia EUR/USD è scesa sotto la parità per la seconda volta quest’anno anche se ora sembra si stia ancorando ben al di sotto di essa. Infatti, ieri l’EUR/USD ha toccato martedì un livello di 0,9864, minimo dal novembre 2002, scendendo al di sotto del supporto psicologico di 0,9900.

I motivi del rafforzamento del biglietto verde sono principalmente due: la politica monetaria restrittiva della Federal Reserve e il ruolo del dollaro come valuta rifugio durante i periodi di incertezza economica.

Riguardo alla prima causa, bisogna ricordare che la FED ha intrapreso da marzo scorso un aggressivo rialzo dei tassi di interesse per tentare di frenare le crescenti pressioni inflazionistiche (+8,5% anno su anno a luglio) portando il costo del denaro fino all’attuale livello di 2,25%-2,50%.

Inoltre, la banca centrale statunitense ha già aumentato i tassi nelle ultime due riunioni di ben 75 punti base e il consensus stima che anche nel prossimo meeting, programmato per il 20 e 21 di settembre, provvederà ad un ulteriore incremento dello 0,75%.

Il governatore della Federal Reserve Jerome Powell ha più volte ribadito che ora l’obiettivo principale è quello di riportare la stabilità nei prezzi (vicino al target del 2% a/a) sacrificando - se necessario - la crescita economica e l’occupazione.

Proprio per questo motivo la banca centrale non si sta risparmiando nell’aumentare il costo del denaro perché sa bene che l’economia statunitense è ancora in forma grazie ad una disoccupazione molto bassa (+3,7% a/a) e ad un autonomia energetica che la rende immune dalle ritorsioni di Mosca.

In secondo luogo, la forza del dollaro è giustificata dall’aumento dei rendimenti dei titoli di stato statunitensi che stanno attraendo sempre più investitori in cerca di un approdo sicuro per il proprio capitale finanziario in fuga dalle turbolenze dei mercati azionari. Infatti, attualmente il rendimento del decennale USA ha toccato il 3,3% contro l’1,5% del Bund tedesco e lo 0,25% degli equivalenti giapponesi.

Un possibile cambio di rotta per EUR/USD solamente dopo il meeting BCE

A questo punto sembra che l’unica possibilità per evitare un continuo deprezzamento della moneta unica nei confronti del dollaro sia un’accelerazione della politica monetaria restrittiva da parte della Banca Centrale Europea.

Domani il Consiglio Direttivo della BCE si riunirà per deliberare in materia di politica monetaria e alla luce dei recenti movimenti del cambio EUR/USD ormai molti operatori scommettono su un rialzo monstre di 75 punti base (70% di probabilità), il più alto dalla creazione della moneta unica.

Se così accadesse, la BCE potrebbe dare un po' di respiro al cambio EUR/USD anche se per ritornare su livelli apprezzabili ci vorrà un consistente impegno da parte della massima autorità monetaria anche per il medio termine.

Le previsioni

Crediamo che la coppia EUR/USD sia avviata verso un momentum ribassista di medio termine che potrebbe portarla fino ad un livello compreso tra 0,95 e 0,97. Infatti, pensiamo che il trend discendente non possa arrestarsi nel breve termine (performance a 3 mesi -7,46%).

Nonostante ciò, riteniamo che domani la BCE intraprenderà un rialzo consistente dei tassi di interesse con un primo aumento da 75 punti base che potrebbe essere seguito da ulteriori incrementi del costo del denaro di pari entità sulla base dei futuri dati macroeconomici.

Se questa eventualità si dovesse verificare si potrebbe osservare un rimbalzo di brevissimo periodo per la coppia EUR/USD che potrebbe reagire toccando livelli oltre la parità e fino alla resistenza di 1,0033.

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