Forex: USD/JPY in rialzo dopo verbali BoJ

Questa mattina lo USD/JPY (大口） è in rialzo di 93 pips fino al picco intraday di 134,40 per poi ritracciare leggermente fino al livello di 133,83.

Il movimento è dovuto alle minute relative alla scorsa riunione della Bank of Japan che hanno mostrato come i cambiamenti nella politica della YCC (Yield Curve Control), che hanno incrementato la soglia massima per i rendimenti sui titoli decennali allo 0,50%, non sono un preludio ad un cambiamento della politica monetaria della BoJ.

I verbali hanno invece indicato un’ampia preoccupazione da parte dei membri dell’istituto monetario riguardo al mercato obbligazionario domestico, un problema che era già sorto nel mese di ottobre, con i risultati di un sondaggio della stessa banca centrale che indicano un deterioramento record (-51) nella percezione degli investitori sul funzionamento del mercato dei titoli di stato nipponici.

Dunque, alla luce di questo, sembra che la reazione dei mercati al ribasso sul cambio USD/JPY (大口） a seguito della scorsa riunione della BoJ sia stata del tutto ingiustificata. Infatti, il consensus ha visto un falso segnale relativo ad un imminente cambio di strategia da parte della banca centrale nipponica con alcuni che ipotizzavano un aumento del costo del denaro già nel mese di gennaio.

Le dichiarazioni di oggi fanno quindi pensare che la BoJ si stia focalizzando nello stabilizzare il mercato obbligazionario domestico, che manca di liquidità e di interesse da parte degli investitori, con la modifica alla YCC che permetterà di attrarre più capitali offrendo rendimenti più interessanti.

Tuttavia, la situazione economica in Giappone risulta migliore rispetto a quella di molti altri paesi occidentali con le pressioni inflazionistiche che sono in accelerazione (+3,8% a/a nel mese di novembre) ma che non inducono una crescita sostenuta dei salari, obiettivo primario della BoJ.

Infatti, la ritrosia del Governatore Kuroda riguardo ad un aumento del costo del denaro è dovuta proprio al fatto che l’inflazione di fondo (l’indice Core-Core) non ha ancora mostrato una crescita sostenuta sebbene sia risultato al +2,8% a/a nel mese di novembre.

Non ultimo, bisogna ricordare che il Paese del Sol Levante proviene da decenni di forti spinte deflazionistiche che hanno fiaccato la crescita economica. Infatti, quando il tasso di discesa dei prezzi accelera, famiglie e imprese non sono incentivate a spendere perché in futuro potranno acquistare gli stessi beni e servizi ad un prezzo inferiore, e dunque l’economia si paralizza.

Le previsioni

Alla luce delle rivelazioni di oggi, sembra che la Bank of Japan, nel breve/medio periodo, intenda rimanere ancora fedele alla sua politica monetaria ultra-espansiva mentre rimane ben più preoccupata per la scarsa liquidità sul mercato obbligazionario domestico.

Dal nostro punto di vista, rimaniamo dell’idea che un possibile abbandono dell’attuale politica monetaria della BoJ sia possibile solo dopo la fine del mandato dell’attuale governatore che scadrà ad aprile 2023.

Il suo sostituto potrebbe inaugurare il proprio corso alla guida dell’istituto monetario con un cambio di strategia sempre che le condizioni macroeconomiche lo supportino.

Infatti, un eventuale aumento del costo del denaro porterebbe effetti benefici alla valuta giapponese, apprezzandola, oltre a diminuire l’inflazione. Tuttavia, un movimento di questo tipo dovrà essere calcolato molto attentamente per evitare di deprimere un’economia che stenta ancora a camminare interamente sulle proprie gambe.

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