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Forex, USD/JPY scende a 136 su possibile revisione politica monetaria BoJ

Le indiscrezioni presentate dalla agenzia Kyodo indicano come il Governo stia spingendo per fissare un diverso target di inflazione.

Fonte: Bloomberg

Il caso

Il cambio USD/JPY (大口) scende di mezzo punto percentuale a 136 (si rafforza lo yen) dopo che il mercato ha scontato una probabile revisione della politica monetaria della Bank of Japan. Infatti, la notizia di sabato scorso pubblicata dall’agenzia Kyodo ha fatto riflettere gli operatori riguardo ad una possibile variazione della politica monetaria ultra-espansiva della BoJ nel medio termine.

Il comunicato fa sapere che l’Abenomics - l’insieme di stimoli monetari volti a risollevare l’economia nipponica dalle spinte deflazionistiche - potrebbe essere arrivata ad un termine. L’inflazione crescente unita alla debolezza dello yen sta aumentando la pressione per una pronta revisione dell’attuale strategia della banca centrale.

Fin ad ora, la Bank of Japan è rimasta l’unico istituto monetario che non ha alzato i tassi di interesse ma li ha invece mantenuti al -0,1% in modo da stimolare l’attività economica.

Infatti, ad ottobre, l’inflazione in Giappone è salita al +3,7% su base annuale, il livello più alto da gennaio 1991, mentre l’indice Core (che in Giappone esclude i beni alimentari ma include quelli energetici) è cresciuto del +3,6% a/a, picco dal febbraio 1982.

L’aumento dell’indice dei prezzi al consumo sta quindi causando una forte pressione verso la BoJ per cambiare la sua politica monetaria ultra-espansiva a favore di una più in linea con le attuali condizioni macroeconomiche.

Nonostante ciò, la Bank of Japan non ha confermato le indiscrezioni presentate dall’agenzia Kyodo anche se molti pensano che allo scadere del mandato dell’attuale Governatore Haruhiko Kuroda, in aprile, le possibilità per un effettivo cambio di strategia possano diventare concrete.

Il consensus ora crede che il livello target di inflazione del +2% a/a possa diventare un obiettivo di lungo termine anche se i mercati restano perplessi riguardo ad una revisione dell’YCC (Yield Curve Control) che mira a mantenere i tassi di interesse a breve termine in territorio negativo ed un rendimento intorno allo 0% per i titoli di stato decennali, in modo da stimolare la crescita economica.

Inoltre, un’ultima preoccupazione in questo senso è arrivata dall’ex-vicepresidente della BoJ Hirohide Yamaguchi che è considerato il futuro successore di Kuroda. Yamaguchi ha avvertito che l’inazione potrebbe ancorare le aspettative di inflazione nell’economia e questo renderebbe gli interventi futuri dell’autorità monetaria molto più complicati.

Gli effetti sui mercati

Nelle prime ore di oggi, il cambio USD/JPY (大口) oscilla tra un massimo di 136,61 ed un minimo di 135,77 ma all’apertura delle Borse europee la coppia si stabilizza intorno al livello di 136.

Sui mercati azionari, invece, la Borsa di Tokyo chiude la sessione asiatica in ribasso con il Nikkei che cede l’1%, terza seduta consecutiva in ribasso, a 27.237 punti mentre il più ampio indice Topix scende dello 0,76% a 1.935 punti.

Le piazze finanziarie europee sono in rialzo con Francoforte che sale del +0,82%, Parigi è a +0,78%, Londra a +0,47% mentre Milano segna +0,88%.

Le previsioni

Dal 21 di ottobre il cambio USD/JPY (大口) ha mostrato una forte inversione di tendenza frenando bruscamente lo svilimento della valuta nipponica. Ad oggi, lo USD/JPY (大口) si attesta sui livelli intorno a 136 minimo del 23 agosto.

Nonostante ciò, da inizio anno lo yen è ancora in calo del 18% contro il dollaro statunitense a causa delle divergenze tra le due politiche monetarie. Tuttavia, crediamo che la fase rialzista del biglietto verde sia ormai stata frenata dalle aspettative del mercato riguardo ad una moderazione dei rialzi dei tassi di interesse della Fed, anche se questi potrebbero rimanere elevati per un tempo più lungo.

La possibile revisione della politica monetaria della BoJ, sebbene non imminente, potrebbe spingere lo yen a rafforzarsi ulteriormente fino a raggiungere il primo supporto fissato a 134,50, bottom del 14 dicembre, mentre un’accelerazione in questa direzione potrebbe portare il cambio intorno ai livelli di 133,62, sostegno toccato lo scorso 2 dicembre.

Una risalita fino alla prima resistenza significativa di 137,60 resta improbabile considerando le attuali variabili macroeconomiche.

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