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Dilaga la protesta: cos’è il franco Cfa? Focus sulla valuta africana

Scontro politico Italia-Francia sul franco della Comunità finanziaria africana (Cfa), moneta unica circolante in 14 nazioni emergenti africane (ex colonie francesi) che sconta tutti i pro e i contro dell'avere una divisa comune.

Può una moneta unica bloccare lo sviluppo di un Paese? La domanda, più che necessitare di una risposta dicotomica, ha bisogno di una fondamentale precisazione: ogni divisa unica, a prescindere dal nome e dall’area geografica, crea benefici che si legano alla rete di protezione che l’unione monetaria crea, scontando però le medesime problematiche legate soprattutto alla rigidità del cambio e all’impossibilità di adeguare la forza della divisa alle determinanti economiche (tra cui il prezzo delle materie prime). Che cos’è il franco Cfa di cui molto si è parlato in questi giorni?

Che cos'è il franco Cfa e chi utilizza tale moneta unica

Il franco della Comunità finanziaria africana (Cfa) è la moneta unica messa a disposizione dalla Francia per alcune nazioni emergenti (14 Paesi in tutto, ex colonie francesi), col fine di garantire una base di stabilità finanziaria grazie alla gratuità dei trasferimenti di denaro effettuati all’interno del medesimo sistema di cambio. Tale sistema permette di evitare eccessive svalutazioni e tenere sotto controllo il livello d’inflazione (ad elevato rischio innalzamento), rendendo i mercati più competitivi in termini di scambio coi paesi limitrofi.

Esistono due tipi di franco Cfa: uno, utilizzato dalle regioni dell’Africa occidentale (tra cui Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo), a formare Unione economica e monetaria ovest-africana (UEMOA) ; uno, in circolazione nell’Africa centrale (Camerun, Ciad, Congo-Brazzaville, Gabon, Guinea Equatoriale e Repubblica Centrafricana), riunita sotto il nome di Comunità economica e monetaria dell'Africa centrale (CEMAC).

La discussione politica sul franco Cfa tornata in auge negli scorsi giorni non è nuova: da tempo ci si interroga su quali effetti collaterali possano essere collegati alla dipendenza di tali economie da un’unica moneta emessa dalla Francia e se possano essere ricondotte a questa talune delle più delicate questioni internazionali, quali immigrazione ed il sottosviluppo locale.

L'Africa in dati: un'economia fortemente disomogenea

Anzitutto, è bene guardare ai dati e ad un’economia, quella africana, che con o senza moneta unica resta fortemente disomogenea.

Con uno sguardo all’economia dei 14 Paesi uniti dal franco Cfa, le prime regioni per variazione di Pil anno su anno sono Benin e Burkina Faso, entrambi con un +6,8%. La peggiore, la Guinea equatoriale, con un -2,5% YoY.

Relativamente al Pil pro-capite, la prima posizione è occupata dalla Costa d’Avorio, seguita dal Burkina Faso e dal Senegal. Senegal e Costa d’Avorio figurano inoltre tra i 10 mercati più promettenti secondo l’Africa Investment Index. Congo, Ciad, Gabon e Camerun riversano invece in uno stato di stagnazione o quasi.

In termini di tassi di interesse, la nazione col costo del denaro più alto è il Senegal (con un 4,5%, ben inferiore rispetto ai livelli del 16-17% mostrati da altri stati africani, quali Ghana, Egitto, Angola e Malawi). Il Gabon è invece tra i 14 il peggiore per disoccupazione (al 19,6%) e per rapporto debito/pil (superiore al 66%), ma tra i migliori per livelli di esportazioni (assieme al Senegal).

Singolarmente considerato, il debito del Congo Brazzaville supera il 100% del Prodotto interno lordo, mentre quello di Mali e Camerun è inferiore al 40%.

A livello di inflazione, il Paese che peggio se la passa è la Repubblica centroafricana, con un indice dei prezzi prossimo al 38%. Variazioni attorno allo zero in termini di tasso d’inflazione sono invece quelle di Benin, Guinea Bissau e Burkina Faso.

Da ultimo, Camerun, Niger, Brukina Faso e Mali sono i primi territori per tasso di crescita. In Africa, come nella stragrande maggioranza delle economie emergenti, la variabile della crescita demografica è tra i dati più importanti, potenziale fonte di crescita futura, am anche possibile causa di depauperamento generale.

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