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Il cambio USD/CAD è salito ai massimi da luglio scorso dopo ennesime minacce Trump sul commercio globale.
Continua a deprezzarsi il dollaro canadese verso le principali valute mondiali, biglietto verde incluso. A penalizzare la divisa canadese negli ultimi giorni sono state le dichiarazioni di Trump, che ha annunciato l'introduzione di una serie di dazi sull'importazioni di acciaio e alluminio. Nonostante la risposta della comunità internazionale, nel weekend Trump ha rincarato la dose, parlando di possibili dazi anche sull'import di auto non statunitensi.
La notizia non è stata accolta bene dal mercato, con il Dow Jones atteso in calo in apertura. Anche i dati macro rilasciati venerdì non hanno entusiasmato, con la crescita che ha mostrato segnali di rallentamento nel 4° trimestre (+1,7% da 2%). Le nuove misure di Trump potrebbero minacciare ulteriormente la crescita. Basti pensare che il 75% dei beni esportati dal Canada finisce negli Usa.
A questo punto, la Bank of Canada dovrebbe ripensare alla sua politica monetaria restrittiva, avviata lo scorso anno e che ha visto già 3 rialzi dei tassi d'interesse (ora all'1,25%).
Il cambio USD/CAD sta ora mettendo pressione all'area di 1,2930, massimi allineati degli ultimi 4 mesi e secondo dei ritracciamenti di Fibonacci nella discesa dai picchi di maggio scorso. Il superamento di tale riferimento potrebbe spalancare le porte a 1,38 (picchi del 2017), dove sta convergendo la trendline che unisce i minimi di maggio 2015, aprile 2016 e febbraio 2017. Conferme arriverebbero sopra 1,31. Il supporto più interessante è a 1,2750, al di sotto del quale si assisterebbe a una sensibile perdita di spinta.
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