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Effetto Brexit: euro/sterlina sui minimi da maggio 2017. GBP forte contro USD in attesa del voto

EUR/GBP in rosso, -3,5% da metà febbraio. Sterlina forte su dollaro sui minori timori di una Brexit senza accordo (no-deal). May apre alla proroga dell'Articolo 50 dopo il 29 marzo 2019. Voto vincolante sull'accordo: 12 marzo.

Fonte: Bloomberg

Rally della sterlina che, nell’incertezza generale di mercato, sconta qualche chance in più di togliere dai giochi l’opzione no-deal, lasciando ai parlamentari inglesi la possibilità di votare tra l’accordo a firma May o la dilazione del termine dopo il 29 marzo 2019, così da concedere più tempo al Regno Unito per strutturare in modo organizzato la propria uscita dall’Unione europea.

Brexit news: tutte le date in calendario

In calendario, le prossime date calde dovrebbero essere, salvo cambi in itinere, quelle del 12, 13 e 14 marzo. Si parte con la Camera dei Comuni, chiamata a votare nuovamente il piano formulato da Theresa May d’accordo con Bruxelles, quello stesso che lo scorso gennaio ha incassato la peggior sconfitta della storia parlamentare inglese moderna, 432 voti contrari contro 202 a favore. Nel caso non si dovesse raggiungere la maggioranza, il giorno seguente i deputati esprimeranno il proprio parere circa l’opzione no-deal: desiderate uscire senza un accordo? Qualora la risposta ad una Brexit “hard” fosse negativa, giovedì 14 sarà messa al vaglio la proposta di una proroga dei termini, eventualità che può essere autorizzata dalla sola convalida parlamentare.

Bisognerà invece seguire la seduta di questa sera per sapere quali emendamenti verranno messi al vaglio dei deputati e quali passeranno.

Brexit: emendamenti al voto in vista del 12 marzo

Tra le proposte inizialmente più temute da Theresa May spicca quella di Yvette Cooper circa la possibilità di posticipare l’entrata in vigore dell’Articolo 50 e di togliere parte dei poteri decisionali sulla futura uscita inglese dall’Ue alla Premier May, un’opzione ormai entrata in calendario.

Tra le altre proposte si annoverano l’emendamento Spelman/Dromey (anch’essa già scontato) di votare per la rimozione del no-deal, l’emendamento Costa per la protezione dei diritti dei cittadini inglesi entro i confini europei (e vice versa), l’emendamento laburista sulla proposta alternativa a firma Corbyn che prevede la permanenza all’interno dell’unione doganale europea, l’emendamento Liberal democratico di stanziare 7,5 miliardi di sterline per sostenere la perdita dei posti di lavoro, l’emendamento Angus MacNeil che propone una revoca dell’Articolo 50 interrompendo i lavori circa l’uscita dall’Ue.

Tra le altre, non è da escludere una nuova proposta volta ad indire un referendum bis, ipotesi largamente contestata da May perché andrebbe contro la volontà del popolo espressa nel giugno 2016.

GBP/USD in netto rialzo. Ancora ribassi per il cambio EUR/GBP

Il riassorbirsi dei rischi sul mercato ha portato a rialzo il pound inglese, che ha guadagnato il 2% contro dollaro in tre sedute. Dai livelli di metà febbraio la coppia GBP/USD ha invece beneficiato di un rialzo in area +4%, bucando ieri la resistenza in area 1,3200 e portandosi oggi a ridosso di 1,3320, sui massimi d’inizio estate 2018.

In netto apprezzamento la sterlina anche contro la divisa unica. Il cambio EUR/USD registra oggi un ribasso attorno al mezzo punto percentuale, dopo esser calato del 3,5% rispetto all’apertura del 15 febbraio. La quotazione, attualmente a 0,8540 testa i minimi da metà maggio 2017.

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