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Il cambio è arrivato ai massimi da dicembre 2014.
Non accenna a fermarsi l'euro/dollaro, che questa mattina ha proseguito la sua corsa verso 1,23, nuovo massimo da dicembre 2014. La moneta unica sembra continuare a risentire di diversi fattori di fatto legati tra loro:
A sostenere quest'ultima ipotesi è stato anche il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, che in una recente intervista ha precisato come sia importante fissare una data di fine del QE. Nonostante tutto, crediamo che per un ritocco dei tassi sia necessario attendere il 2019, sebbene le aspettative incorporate in alcune strutture a termine inizino a supportare l'ipotesi di un rialzo già a dicembre prossimo.
Oltre alla forza intrinseca della moneta unica, il balzo dell'euro/dollaro sembra essere guidato anche da una certa debolezza del biglietto verde, che oggi sta aggiornando i minimi di periodo verso le altre valute mondiali. Il cambio GBP/USD si è presentato a 1,38, massimi dal referendum sulla Brexit, mentre quello USD/JPY (大口) è scivolato a 110,50, livelli di settembre scorso.
Complice di ciò, il Dollar index è tornato a 90 punti, minimi da dicembre 2014, dove passa un supporto molto importante. Ma chi e perché stanno vendendo dollari?
Le ragioni potrebbero essere diverse. I timori di shutdown dopo il superamento del debt ceiling e i dubbi sulla riforma fiscale sembrano essere dei buoni motivi per vendere dollari. Un fattore importante potrebbe risiedere anche nel prossimo cambiamento di atteggiamento della Bce, che spinge gli investitori a pensare a un prossimo rialzo tassi nell'area euro. Il biglietto verde non sembra opporre resistenza a tale atteggiamento, anche per via del fatto che oggi gli operatori statunitensi sono assenti per la festività del Martin Luther King Day.
Le nostre aspettative sono per una prosecuzione del rally dell'Euro/Dollaro per l'anno in corso, con obiettivi collocati a 1,25-1,27, anche se il violento ipercomprato generatosi nell'ultima settimana potrebbe portare a qualche presa di profitto temporanea.
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