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Eurodollaro, top annuali non ancora raggiunti

Il cambio congestiona dopo la corsa di inizio anno.

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Fonte: Bloomberg

Dopo la corsa di inizio anno, che l’ha visto passare da 1,19 a 1,25 in sole tre settimane, il cambio più importante del mondo sembra essersi addentrato in un’area di congestione da cui fatica ad uscire.

Di certo, in mezzo i mercati non sono rimasti a guardare. Sul fronte Usa, le borse hanno segnato le peggiori performance che non si vedevano da gennaio 2016, salvo poi recuperare quasi tutto. Gli operatori hanno dovuto fare prima i conti con le aspettative di un’inflazione più elevata, dopo i dati sui salari di gennaio, e poi, nelle ultime settimane, con le politiche protezionistiche di Trump.

Sul lato Europa, gli investitori si sono concentrati sulla Bce, che ha rimosso l’easing bias presente nel comunicato di politica monetaria, complice i continui miglioramenti dell’economia. Accanto alla Banca centrale, ci sono stati anche i temi politici, con la Germania alle prese con le prove tecniche di una nuova GroKo (Grosse Koalition) e le elezioni italiane, che hanno lasciato il paese senza una chiara maggioranza.

Se la combinazione di questi elementi ha contribuito a tenere l’EUR/USD in area di congestione, in uno sguardo più ampio, entrambe si sono deprezzate nei confronti delle altre valute mondiali, soprattutto verso lo yen, complice il clima di generale sell off emerso sui mercati.

Quali i target?

Crediamo che la congestione possa durare ancora qualche mese. Dalle Banche centrali non dovrebbero esserci sorprese: la Fed alzerà i tassi la prossima settimana (e poi a giugno), mentre la Bce modificherà la forward guidance solo a giugno. Pertanto saranno le indicazioni macro e le decisioni di Trump a muovere il mercato.

In vista dell’estate il cambio potrebbe tornare a surriscaldarsi con l’euro che potrebbe riprendere la corsa contro il dollaro, complice una debolezza del biglietto verde dovuta alle politiche di Trump e un euro più forte man mano che si avvicina la scadenza del QE della Bce e di conseguenza il rialzo dei tassi d’interesse. Confermiamo il target sull’anno a 1,27.

Graficamente, l'EUR/USD congestiona tra 1,2150 e 1,2550 dai massimi di fine gennaio. Trascurando lo spike del 16 febbraio, il cambio sembra aver costruito un canale (blu) lievemente inclinato verso il basso. La resistenza più vicina è a 1,2430, dove passa la parte alta del canale suddetto. Oltre tale livello il cross potrebbe allungare verso 1,2555, picchi di metà febbraio. Solo sopra tale riferimento si aprirebbe l’opportunità di nuovi acquisti, con target 1,27, ipotesi al momento remota.

EURUSD 13marzo

Il supporto interessante è, invece, dettato dalla trend line rialzista (rossa) che unisce i minimi crescenti di tutto il 2017 ed è ora in transito a 1,2130. Qui passa anche la parte bassa del canale sopra citato. La rottura di questo supporto potrebbe aprire a una discesa più importante verso 1,19, minimi da inizio anno.

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