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La Fed cambia piani: nessun rialzo dei tassi nel 2019. Dollaro giù, euro ai massimi da 7 settimane

Nessun aumento del costo del denaro, riduzione di bilancio entro settembre 2019, previsioni di crescita riviste al 2,1% (dal 2,3%). Dollaro in calo sui toni da colomba di Jerome Powell. Politica accomodante affossa USD/JPY.

Fonte: Bloomberg

Nessun aumento del costo del denaro nel 2019, coi tassi d’interesse che rimaranno fermi entro un range del 2,25-2,50%. La decisione è stata appoggiata a larga maggioranza dal board dell’istituto centrale americano, con 11 dei 17 membri (5 del comitato esecutivo e 12 rappresentanti regionali) concordi sul taglio delle proiezioni 2018, che a dicembre prevedevano due interventi per l'anno in corso. Il cosiddetto dot plot, il grafico a punti col quale i membri della Federal Reserve rappresentano la guidance sui tassi, mostra un rialzo nel 2020.

“Alla luce degli sviluppi economici e finanziari globali e delle limitate pressioni inflazionistiche” si legge nella nota pubblicata ieri dai tecnici “il Fmoc rimarrà paziente nel valutare quale futuro aggiustamento dei target sui Fed Funds potrà essere appropriato".

Powell (Fed): revisioni di crescita Usa 2019

Tra le ragioni illustrate dal governatore Jerome Powell, che dallo scorso meeting di gennaio ha adottato toni sempre più da colomba, prevale il rallentamento dell’economia americana: le stime di crescita per l’anno in corso sono state infatti ridotte dal precedente 2,3% all’attuale 2,1%, una variazione comunque positiva, che risente però delle incognite che disseminano i mercati globali (e che colpiscono di rimando anche la fiducia degli operatori a stelle e strisce).

"Il nostro outlook resta positivo", ha aggiunto Powell nel corso della conferenza stampa. “Il Fomc continua a prevedere una crescita poco sopra il 2%, i fondamentali economici Usa restano molto forti".

Ulteriore punto d’attenzione, la consistenza di bilancio: come da attese, la Federal Reserve interromperà il piano di riduzione di bilancio federale a settembre, ponendo così un limite alla riduzione degli asset all’attivo dell’istituto centrale. Secondo le stime, l’istituto di Powell dovrebbe assistere ad una contrazione del proprio bilancio dagli attuali 4 mila miliardi circa di dollari di assets, ad una cifra prossima ai 3,8, tramite il mancato reinvestimento delle poste in scadenza.

Effetti sul dollaro USD: EUR forte, sale JPY

Il dollaro ha subito pesanti perdite dopo che la Federal Reserve ha stravolto i propri piani di politica monetaria, un segnale che la campagna triennale di normalizzazione a stelle e strisce potrebbe ormai essere giunta alla fine.

La deviazione della Fed ha fatto scivolare il dollaro sotto area 110,50 yen, con una perdita dello 0,8% registrata nella notte, il più grande calo della coppia dal flash crash di inizio gennaio.

L'euro ha invece toccato a un massimo di sette settimane al test di $1,1435, ben lontano dal recente minimo di $1,1777 raggiunto due settimane or sono.

Profondo rosso anche per il dollar index, il paniere del biglietto verde contro le principali valute al mondo, che ha toccato i minimi da inizio febbraio sotto 95,20.

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