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Peso in picchiata: Trump fissa il calendario dei dazi sul Messico

Guerra commerciale: dopo la Cina, il Messico. Nuove sanzioni commerciali Usa: peso messicano sui minimi da 5 mesi contro dollaro USD. Obiettivo del Tycoon: bloccare il flusso dei migranti, questioni di "sicurezza nzionale".

Guerra commerciale Fonte: Bloomberg

Dopo la Cina, è stato il Messico a cadere vittima delle sanzioni commerciali statunitensi, con un immediato effetto sul fronte valutario: nell’arco di poche ore il peso messicano è tornato sui minimi da quasi cinque mesi, perdendo oltre il 2,7% contro dollaro USD. Obiettivo del Tycoon americano? Bloccare il flusso dei migranti facendo leva, ancora una volta, sulle questioni di "sicurezza nazionale" tramite l'imposizione di dazi commerciali.

Dazi contro il flusso di migranti

Giovedì pomeriggio Donald Trump ha annunciato tramite una comunicazione della Casa Bianca che a partire dal 10 giugno scatterà un rialzo tariffario del 5% sui tutti i prodotti provenienti dal Messico. Tale importo sarà soggetto ad incrementi progressivi fino a che “il flusso dei migranti illegali che transitano dal Messico non verrà fermato", si legge nella dichiarazione.

Gli Stati Uniti passano quindi ai fatti, giocando ancora una volta la carta dei dazi. Alcune settimane fa, gli stessi, avevano avvertito il Messico circa l’intenzione di chiudere i confini e di imporre dazi doganali sull’import di auto messicane.

Dazi doganali: 5%, 10%, 25%

Qualora Washington non riscontrasse miglioramenti, il prossimo primo luglio l’Amministrazione Trump darà il via libera ad un rialzo dei dazi dal 5% al 10%. Se i tempi di risposta del Messico si allungassero ulteriormente, a partire dal primo ottobre le merci derivante dal Paese confinante a sud con la federazione subiranno lo scatto dal 10% al 25%, che durerà "finché il Messico non fermerà considerevolmente” il suo flusso di migranti. Ministro, che ha definito la misura americana come “ingiustificata, inaspettata ed estrema”.

All'annuncio delle sanzioni, il presidente messicano Lopez Obrador, che ha preso l’incarico non più di sei mesi fa, ha detto di voler "evitare un confronto con gli Stati Uniti" e ha chiesto al suo ministro degli Esteri di andare a Washington venerdì per iniziare i negoziati. Obrador intanto ha inviato una lettera a Trump in cui afferma che il Messico adempirà ai propri doveri, facendo di tutto per impedire il passaggio dei migranti nel rispetto dei diritti umani.

Muro al confine col Messico

Fin dall’inizio della campagna elettorale nel 2016, la lotta all'immigrazione clandestina è stato uno dei temi principali spinti da Donald Trump e potrebbe essere un punto di partenza in caso di una sua futura rielezione nel 2020. Il presidente americano aveva dovuto fare un passo indietro sul progetto di costruzione del muro al confine col Messico lo scorso gennaio, quando il governo federale si bloccò (shutdown) per più di un mese (35 giorni in tutto a partire dal 22 dicembre 2018) per via del mancato accordo tra repubblicani e democratici sui fondi da stanziare per la realizzazione del progetto. Il muro sarebbe, a detta del Tycoon, la soluzione più adatta a fermare immigrazione clandestina, traffico di donne, droga e criminalità.

Relazioni Messico-Stati Uniti

Il Messico è il terzo partner commerciale degli Stati Uniti. Nel 2018, gli Usa hanno importato $346,5 miliardi di beni messicani ed esportato merci per $265 miliardi. I primi settori di importazione messicani negli Stati Uniti sono quelli dell’auto e delle attrezzature automobilistiche, seguite da macchinari elettrici, reattori nucleari, petrolio e combustibili minerali. Non è tutto: il Messico è tra i maggiori fornitori americani di prodotti agricoli, che complessivamente hanno toccato gli 8 miliardi di dollari nel 2018, per lo più ortaggi e avocado. Vice versa, l’export statunitense di prodotti agricoli in Messico si è attestato a $19 miliardi, con oltre $3 miliardi in grano.

Peso messicano: minimi da 5 mesi

L'imposizione di tariffe penalizzanti sulle merci in entrata dal Messico, in linea di principio, contrasterebbe con l’accordo di libero scambio attualmente in vigore tra Messico e Stati Uniti, nonché nell'ambito degli schemi generali del WTO, l’Organizzazione mondiale del commercio. Proprio in questi giorni sono stati avviati i processi per la ratifica dell'USMCA, l'accordo tra Stati Uniti, Messico e Cina, in sostituzione al vecchio NAFTA. Mercoledì 29 Justin Trudeau ha avviato formalmente il processo di fronte al Parlamento canadese.

Mentre Trump, ancora una volta, si è appellato a questioni di “sicurezza nazionale” per giustificare la mossa, il peso messicano ha bruscamente perso terreno, tornando a quotare contro dollaro sui livelli di fine 2018-inizio 2019. La coppia USD/MXN è passata dai livelli di apertura di ieri poco sopra 19,1300 agli attuali 19,6525. L’attenzione dei mercati resta alta sui futuri colloqui tra Paesi che, in caso di avvicinamento, rilasserebbero le tensioni sul cambio, allentando le vendite sulla divisa messicana.

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