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Dopo i guai di Theresa May, anche l'inflazione aggiunge pressione alla divisa britannica.
Continua a rimanere sotto pressione la sterlina, dopo i dati di questa mattina sotto le attese. Il tasso d'inflazione a giugno è rimasto fermo al 2,4% a/a, contro attese di un'accelerazione al 2,6%. Addirittura rallenta il dato core, all'1,9% a/a dal 2,1% di maggio. Le figure odierne contribuiscono a rimodulare le aspettative sul rialzo dei tassi della Bank of England previsto per agosto. Nonostante tutto, crediamo che le figure odierne non riescano a frenare la Banca centrale britannica dal secondo rialzo dei tassi dopo quello di novembre scorso (considerando che è lo stesso rialzo è sfumato a maggio).
Il tema macro si aggiunge ai tanti problemi che riguardano il Regno Unito, alle prese con il processo che porterà alla Brexit a marzo 2019. In proposito la posizione della premier, Theresa May, sembra complicarsi di giorno in giorno. Dopo le dimissioni di alcuni ministri illustri del suo partito, non in linea con la posizione morbida della May riguardo all'uscita dalla Ue, la premier ha rischiato più volte sconfitte in Parlamento. L'ennesima è arrivata ieri dopo che un emendamento, che prevedeva di rimanere nell'unione doganale in mancanza di un accordo entro il 21 gennaio 2019, è stato bocciato solo per una manciata di voti. In questo modo Theresa May potrebbe non durare a lungo. Proprio stamane il quotidiano The Times ha riportato una notizia secondo cui la premier avrebbe minacciato un ritorno alle urne immediato se il partito dovesse continuare a mostrarsi spaccato sulla questione Brexit.
Insomma, la fase negoziale della Brexit sembra confermare le premesse. L'incertezza rimane altissima, anche se a differenza delle attese, i problemi per il Regno Unito sembrano venire più dall'interno che dalla Ue.
La sterlina, intanto, continua ad essere bersagliata dalle vendite. Il cambio GBP/USD è sceso sino al test di 1,30, minimi da settembre 2017. Il supporto qui è forte e un'eventuale rottura potrebbe aprire a una discesa verso 1,2770 (ultimo ritracciamento di Fibonacci nel rally partito dai minimi di ottobre 2016).
Anche il cambio EUR/GBP ha approfittato dell'incertezza britannica per tornare sopra 0,89 e aggiornare i massimi da oltre 4 mesi. La resistenza successiva è a 0,90, livelli che non vede da novembre. Potrebbe essere questo un buon target entro le prossime sedute.
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