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La divisa britannica stamane è scesa ai minimi da 6 settimane verso il dollaro.
Nonostante la debolezza del biglietto verde dell’ultimo mese, la divisa statunitense è riuscita comunque a recuperare sulla sterlina, mettendo in risalto tutte le difficoltà e i dubbi che circondano la Brexit. Così il cable dopo aver aggiornato i massimi da settembre 2016 a inizio mese (a 1,3270), ha iniziato un veloce declino che l’ha condotto stamane al test dei minimi del 12 luglio scorso, al ridosso della soglia di 1,28.
Il supporto qui è decisivo, dato che una sua rottura potrebbe portare a un’estensione dei cali con primo obiettivo 1,26, bottom di giugno, e poi verso il target naturale dettato dalla linea che unisce i minimi di agosto 2016 con quelli di giugno scorso e che transita per i massimi di dicembre e febbraio (linea rossa), ora a 1,2530. Qui sta convergendo anche la trend line rialzista di lungo periodo che congiunge i minimi crescenti dell’ultimo anno. Questo supporto dinamico se violato potrebbe segnare la fine dei rialzi per la sterlina, con una ripresa delle vendite in grado di riportare rapidamente il cambio verso 1,20, o anche più in basso.
Fintantoché il cambio si mantiene sopra 1,28, però, le prospettive rialziste rimangono invariate. Per un recupero di forza, invece, è necessario un riposizionamento sopra 1,30, con primo obiettivo sui recenti massimi. Il secondo livello di resistenza, invece, è dettato dalla resistenza dinamica costituita dalla linea che unisce i massimi degli ultimi quattro mesi.
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