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Brusco risveglio di settimana per la sterlina in attesa della May.
E' stata una partenza di settimana abbastanza turbolenta per la sterlina, colpita dalle vendite in vista del discorso che il premier britannico, Theresa May, terrà domani alla Lancaster House di Londra.
A penalizzare la divisa britannica sarebbe stato un articolo pubblicato durante il week end sul Sunday Telegraph che, citando una fonte vicina alla May, ha dichiarato che la premier sarebbe pronta a sacrificare l’accesso al mercato unico pur di arrestare l’ondata migratoria oltremanica.
Nel suo discorso potrebbe essere annunciata anche una tempistica più dettagliata per l’adesione all’articolo 50 del trattato di Lisbona, che sancirebbe l’inizio delle trattative per la separazione definitiva dalla Ue, atteso per ora entro il 31 marzo.
Le probabilità che si configuri un’hard Brexit sembrano crescere giorno dopo giorno e questo aggiunge pressione alla sterlina, con gli investitori che ricalibrano le loro aspettative in proposito.
Dopo il flash crash di ottobre, la divisa britannica ha avviato un sensibile recupero grazie alle buone indicazioni macro che sono arrivate su più fronti, soprattutto dagli indici PMI servizi e manifatturiero. Anche i dati sulle vendite al dettaglio hanno dimostrato una buona tenuta, a scapito delle previsioni fatte prima del Referendum di giugno scorso.
Crediamo che tutta l’incertezza che ha caratterizzato il post voto (hard Brexit, soft Brexit, ritorno al voto, approvazione Parlamentare prima di invocare l'art. 50 e così via) ha lasciato le imprese (soprattutto finanziarie) prive di punti di riferimento certi. Così molte di queste hanno adottato un approccio day by day in attesa di sviluppi più chiari.
In questo contesto, notizie a favore di hard Brexit o soft Brexit spingono gli operatori a ricalibrare le loro aspettative con effetti anche marcati sui mercati finanziari.
Cercare di prevedere gli effetti di un’hard Brexit sull’economia rimane abbastanza difficile. Una recessione sembra essere scontata, anche durata ed entità dipenderanno anche dalla congiuntura globale (che al momento ha fatto scommesse su Trump).
Sui mercati finanziari, il termometro principale rimarrà la sterlina, il cui deprezzamento potrebbe riprendere a ritmi sostenuti. I minimi segnali dal flash crash di ottobre rimangono un target ottimistico. Ci aspettiamo che il deprezzamento possa essere importante quanto sarà più profonda la spaccatura tra Ue Regno Unito, soprattutto verso il biglietto verde.
Nello scenario peggiore, il IN_GBPUSD potrebbe arrivare sino a 1,12, mentre il cross IN_EURGBP potrebbe arrestarsi verso area 0,95.
L'inflazione importata dal Paese, causa la sterlina troppo debole, potrebbe impedire alla Bank of England di essere più accomodante.
Intanto, i massimi storici che continua a battere il FTSE 100 rimangono ancora per lo più guidati dalla debolezza della divisa britannica e non legati a una forza intrinseca delle aspettative degli investitori.
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