Yen in calo, prezzo dell'oro sotto $1300. Torna l'appetito al rischio
Yen giapponese sui minimi da inizio anno, mentre l'euro recupera le perdite sul franco svizzero. Operatori alla ricerca di rendimento. Vendite sul gold. Mercati positivi sui migliori dati cinesi. Progressi sui colloqui commerciali
Yen a ridosso dei minimi da inizio anno, con la coppia USD/JPY (大口) tornata a quotare in area 112. Movimento in direzione negativa anche per il gold, sceso al di sotto dei $1300 l’oncia, al test di $1285.
Non solo forex: 3 fattori che muovono il mercato
Ad abbassare l’appetito di mercato per i beni rifugio sono state, anzitutto, tre ragioni: in primo luogo, il miglioramento dei dati cinesi, che segnalano una stabilizzazione dell’economia; in secondo luogo, i positivi risultati emersi dai primi conti trimestrali a stelle e strisce, superiori alle attese e in netto miglioramento rispetto all’ultimo trimestre 2018 (quando per il peggioramento dei risultati aveva messo in allarme l'intero comparto bancario); infine, le dichiarazioni di un ulteriore passo avanti nei dialoghi tra Washington e Pechino, in cerca di un accordo sul fronte commerciale.
Secondo quanto dichiarato ieri dal segretario statunitense al Tesoro, Steven Mnuchin, Stati Uniti e Cina avrebbero "praticamente concordato un meccanismo di applicazione degli accordi commerciali. Abbiamo convenuto che entrambe le parti istituiranno uffici di controllo che si occuperanno delle questioni in corso". Una questione che entrambe le parti starebbero "prendendo molto sul serio".
Yen in calo. Prezzo dell'oro in area $1285
Oltre allo yen, anche il franco svizzero ha mostrato qualche segno di debolezza, con il cambio EUR/CHF tornato a recuperare le perdite subite a partire dalla seconda metà di marzo, fino a 1,1340, sui massimi da tre settimane.
E’ però sul gold che si è concentrato il grosso delle vendite. Dopo aver registrato tra novembre 2018 e febbraio 2019 un rialzo del 13% circa, il prezioso ha testato tre volte la soglia di supporto in area $1285-$1280.
Torna la fiducia tra gli operatori: cosa monitorare?
I dati mostrati venerdì dalla Cina hanno mostrato un forte rimbalzo delle esportazioni (+14,2%) ed una crescita dei nuovi prestiti bancari concessi a marzo, oltre le aspettative.
Sebbene l’import cinese sia rimasto debole (-7.6%), complessivamente tali dati hanno riportato fiducia tra gli operatori, grazie anche all’intervento di Pechino che negli ultimi mesi ha frenato gli sforzi di riduzione della leva finanziaria ed ha rafforzato il sostegno all'economia.
Guardando al futuro, le incognite all’orizzonte sono diverse, fattore che potrebbe motivare futuri picchi di volatilità sul mercato del forex. Al momento la situazione sembra però essere sotto controllo: il rialzo del dollaro dovrebbe essere limitato, dato che gli speculatori hanno già accumulato grandi posizioni lunghe nella valuta americana.
L’attenzione resta alta sui colloqui che gli Stati Uniti terranno non solo con la Cina, ma anche con Giappone ed Europa. Ad oriente, Washington potrebbe includere qualche disposizione anche in ambito valutario.
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