In calo le richieste di disoccupazione Usa, ma restano a livelli record
Oltre 1,5 milioni di nuovi disoccupati nell’ultima settimana, nonostante gli Stati Uniti abbiano riaperto le attività economiche da maggio: segno di una crisi più profonda del previsto?
Sono oltre un milione e mezzo i cittadini statunitensi che, nella settimana conclusasi il 13 giugno, hanno presentato domanda per ricevere un sussidio di disoccupazione.
Secondo i dati rilasciati nel pomeriggio dal Department of Labor, la cifra esatta è 1,508 milioni: solo 58 mila in meno rispetto alla settimana precedente, il cui numero era stato visto al rialzo di 24 mila unità (da 1,542 milioni a 1,566): è la tredicesima settimana consecutiva in cui il numero supera il milione.
Guardando al bicchiere mezzo pieno, si osserva come il numero sia in costante diminuzione; eppure continua ogni volta a superare le previsioni degli analisti - questa settimana, gli esperti del Dow Jones si aspettavano solo 1,3 milioni di richieste.
Il numero complessivo delle persone che hanno perso il lavoro a causa delle restrizioni alle attività richieste dal contenimento della pandemia di Covid-19 sale dunque a 20,5 milioni, il 14,1% della forza lavoro totale Usa.
Sempre dall’inizio della pandemia, ad aver avanzato richiesta per un sussidio sono stati oltre 45 milioni di cittadini.
Cosa dicono i numeri dei nuovi disoccupati?
Nonostante la curva dei nuovi disoccupati sia in continua discesa, non è ancora chiaro come mai i numeri siano ancora così alti. Per fare un confronto con l’ultima, grande crisi dell’economia Usa, nel 2008 il record di disoccupati è arrivato a contare al massimo 665 mila posti di lavoro in meno, nella fase più acuta della crisi economico-finanziaria.
Da settimane invece le attività economiche Usa hanno iniziato a riaprire: a maggio le vendite al dettaglio sono infatti balzate del 17,7%, rispetto alla contrazione del 14,7% di aprile. Se nella fase iniziale della pandemia si prospettava una catastrofe in considerazione dei lavoratori che legati alle attività più colpite dal lockdown, la spiegazione del continuo incremento sembra ora da ritrovarsi nel fatto che la crisi minaccia di allargarsi anche al settore dei white collars.
In ogni caso, commentano gli analisti, è un chiaro segnale del fatto che la ripresa economia sarà più lenta del previsto: esattamente quanto previsto già mercoledì scorso dalla Federal Reserve, che ha previsto un crollo del Pil Usa del 6,5% entro il 2020 per poi rimbalzare, ma solo del intorno al 5%, solo nel 2021.
Inoltre, sono attesi ulteriori licenziamenti nel momento in cui finirà il Paycheck Protection Program, il programma di sussidi federali ad aziende e imprese affinché continuino a pagare lo stipendio ai propri dipendenti. Il programma, dalla capacità di tremila miliardi, ha contribuito ad abbassare le statistiche delle persone che hanno inoltrato una richiesta di disoccupazione: dall’inizio di maggio, quando si registravano ancora 24,91 milioni di disoccupati, il numero in effetti è sensibilmente diminuito.
A questo si affianca anche il Pandemic Unemployment Assistance (Pua), un programma di sussidi statali pensato specificatamente per i liberi professionisti che hanno perso il lavoro a causa del Covid-19 e i cui numeri, dunque, non rientrano nelle stime del Department of Labor. Nell’ultima settimana, il numero delle richieste pervenute sotto tale programma è salito di 66.063 unità, a 760.526.
Come hanno reagito i mercati?
Il calo più lento del previsto del numero di disoccupati si registra proprio nel momento in cui l’emergenza Covid-19 torna a far paura negli Stati Uniti. Negli ultimi giorni c’è stato un aumento esponenziale dei casi (in Texas solo ieri i ricoveri ospedalieri sono aumentati dell’11%) e, per quanto la situazione sia ancora circoscritta a pochi stati (California, Florida, Alabama), sui mercati finanziari torna l’incubo di un nuovo lockdown.
Al momento, l’unico listino della Borsa di New York a viaggiare in rialzo è il Nasdaq, che guadagna lo 0,05%. Il Dow Jones perde invece lo 0,40%, l’S&P 500 lo 0,24%.
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