Indice Dow positivo su Wall Street nonostante tensioni Cina-Usa
La chiusura del consolato cinese in Texas, i nuovi casi di Covid-19 e il rally dell’euro: fattori che hanno rallentato, ma non fermato, il rialzo del Dow Jones (+0,24%) in attesa delle trimestrali Tesla e Microsoft
La chiusura del consolato cinese a Houston (Texas), ultima mossa dell’amministrazione Trump in ritorsione alla Cina, e le rinnovate tensioni che ne sono derivate con Pechino non sembrano aver smorzato più di tanto l’entusiasmo degli indici su Wall Street che, seppure cauti, proseguono la sessione di scambi al rialzo: il Dow Jones avanza al momento dello 0,24%, l’S&P500 sale dello 0,19% e solo il Nasdaq lotta per restare al di sopra della parità.
Perché chiudere un consolato?
La versione ufficiale del Dipartimento di Stato Usa vuole che il consolato cinese a Houston sia stato chiuso per proteggere la proprietà intellettuale americana e le informazioni private dei cittadini Usa.
Di fatto, si tratta dell’ennesima mossa di Washington in ritorsione nei confronti di Pechino, con cui le relazioni si fanno sempre più tese (man mano che si affastellano i dubbi sulla scarsa tenuta dell’accordo commerciale di fase 1, firmato a gennaio). La Cina ha già minacciato contromisure.
Il Dipartimento di Stato ha fatto sapere che gli Usa non tollereranno “la violazione da parte della Repubblica Popolare Cinese della sovranità Usa e le intimidazioni nei confronti dei nostri cittadini, così come non abbiamo tollerato le pratiche commerciali scorrette, il furto dei posti di lavoro americani e altri comportamenti scorretti”.
Per Pechino si tratta “di un’escalation senza precedenti nei rapporti (degli Usa) con la Cina”, come ha dichiarato Wang Wenbin, il portavoce del ministro degli Esteri.
Cosa sta muovendo i mercati di Wall Street?
Su Wall Street fatica a mantenere i guadagni solo il Nasdaq, dove sono più forti i timori delle ripercussioni politiche sul futuro di aziende multinazionali tech strettamente connesse alla Cina.
Ma i timori sull’escalation tra le due superpotenze arrivano solo dopo quelli domestici – nello specifico, il dilagare dei casi di Covid-19 negli Usa, che ieri per la prima volta dall'inizio di giugno ha provocato mile vittime, e la prossima scadenza (prevista per la fine di luglio) dei sussidi federali alle famiglie rimaste senza fonti di reddito a causa del lockdown, corrispondenti a circa 600 dollari al mese.
Gli operatori seguono con attenzione gli sviluppi all’interno del Congresso Usa. Al momento un nuovo pacchetto di stimoli fiscali è allo studio della Camera dei Rappresentanti, ma già ieri il leader della maggioranza in Senato, Mitch McConnell, aveva sgonfiato le prospettive di un rapido licenziamento della misura: non vedrà la luce prima di agosto.
Nel frattempo, Wall Street attende i risultati trimestrali di Tesla e Microsoft, due giganti del Nasdaq che, come il resto delle aziende di cui finora sono stati resi noti i conti degli ultimi tre mesi, escono dal periodo più duro della crisi da coronavirus.
D’altra parte, la stagione delle trimestrali Usa è iniziata già da un paio di settimane e finora i risultati si sono rivelati migliori del previsto: oltre il 77% delle aziende che ad oggi hanno pubblicato i conti per il secondo trimestre 2020 ha infatti superato le aspettative degli analisti.
Continua intanto a salire il cambio euro-dollaro. Spinta dall’onda del Recovery Fund, il piano di ripresa economica da 750 miliardi di euro approvato ieri dal Consiglio Europeo, la moneta unica si sta rafforzando nei confronti del dollaro fino a raggiungere, nelle ultime ore, massimi che non si vedevano dall’ottobre del 2018 – al momento la coppia valutaria EUR/USD viaggia a quota 1,1579.
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