Indici di Borsa cauti, torna ad accelerare l’economia cinese
Pressioni contrastanti: buoni dati Usa sui nonfarm payrolls di ieri, ma salgono i timori per la pandemia. Azionari europei senza una direzione. Pmi cines e servizi a 58 punti, attesi in mattinata i valori per l’Europa
In una giornata dal volume degli scambi sui mercati ridotto per via della chiusura di Wall Street in occasione della festa d’indipendenza Usa, non sono attesi particolari movimenti in chiusura di settimana.
Resta tuttavia alta l’allerta per i nuovi casi di Covid-19 che, ieri, solo negli Usa hanno raggiunto la cifra record di 53 mila contagi in 24 ore. Sempre ieri gli indici statunitensi hanno accolto con positività il dato sui nonfarm payrolls, le nuove buste paga nel settore non agricolo, secondo cui a giugno negli Usa sono stati creati 4,8 milioni di posti di lavoro in più rispetto al mese precedente; eppure si tratta di dati la cui raccolta si è chiusa dieci giorni fa – prima della recrudescenza dei nuovi casi di Covod-19. I numeri delle richieste di disoccupazione arrivate nella settimana dal 22 al 27 giugno restituiscono un’altra realtà, ovvero 1,43 milioni di cittadini rimasti senza lavoro in quei sette giorni – curva che non riesce dunque a rallentare, nonostante le riaperture post-lockdown.
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In compenso, i buoni dati macro in arrivo dalla Cina restituiscono ottimismo circa una ripresa post-pandemica. In mattinata l’istituto Caixin ha pubblicato i dati sull’indice Pmi cinese di giugno, con risultati più che positivi: 58 punti, a fronte dei 55 di maggio, il valore migliore dal 2010.
Il dato, in concomitanza con i nonfarm payrolls di ieri, ha portato i listini cinesi a raggiungere nella sessione di venerdì i massimi da oltre quattro mesi: l’indice MSCI panasiatico escluso il Giappone segna un rialzo dello 0,66%, con le Borse cinesi in rialzo Shanghai del 2,01%, Shenzhen dell’1,32% e China A50 del 2,02% - spinte anche dagli intermediari finanziari, i cui guadagni sono guidati dalla prospettiva che Washington vieti alle aziende cinesi di listarsi su Wall Street rendendo dunque necessaria una riforma dei mercati finanziari, di cui si comincia a parlare a Pechino.
In rialzo anche il resto degli indici asiatici: in Giappone il Nikkei avanza dello 0,66% e il Topix dello 0,57%, mentre il Kospi coreano guadagna lo 0,80% e l’Hang Seng lo 0,95%, nonostante le tensioni sempre più aspre che hanno portato i manifestanti pro-democrazia di Hong Kong a protestare contro la nuova legge sulla sicurezza nazionale firmata a Pechino, che minaccia la libertà dell’ex colonia britannica.
Corrono sul filo del rasoio anche i rapporti tra la stessa Cina e gli Stati Uniti dopo che Washington avrebbe messo in guardia grandi aziende Usa (Apple, Walmart, Amazon) sui loro rapporti con Pechino dopo la denuncia degli abusi sui diritti umani perpetrati da Pechino nella provincia dello Xinjiang.
Sul mercato valutario il dollaro torna a rafforzarsi leggermente nei confronti dell’euro, con il cambio EUR/USD a 1,1226, mentre resta stabile verso lo yen (USD/JPY (大口) a 107,50). L’oro resta in linea con i guadagni della settimana ma lontano dai massimi di mercoledì, assestandosi a 1.775,9 dollari l’oncia. In leggero ribasso, ma sempre al di sopra della soglia dei 40 dollari al barile, il petrolio: il Wti al momento viene scambiato a 40,22 dollari al barile (in calo dell’1,06%), mentre il Brent segna 42,72 dollari.
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Come si prospetta la giornata in Europa?
Gli azionari del Vecchio Continente aprono frazionati, con la buona performance di ieri di Wall Street appiattita dai timori per l’andamento della pandemia e in attesa a sua volta dei dati Pmi nel settore servizi, in pubblicazione nel corso della mattinata.
Parigi segna un ribasso dello 0,22%, Francoforte si mantiene leggermente al di sopra della parità sullo 0,02%, Londra scende dello 0,14%, Madrid perde lo 0,74% e infine Milano, dopo un’apertura positiva in rialzo dello 0,2%, in breve cambia rotta e al momento segna un ribasso dello 0,16%.
Su Piazza Affari guida gli acquisti Ubi Banca, che sale del 3,33% a 3,09 euro per azione. Il Cda di Ubi Banca si riunirà oggi per valutare l’Ops lanciata da Intesa Sanpaolo, che dovrebbe partire lunedì, e per approvare l'aggiornamento del piano al 2022. Quanto all’Ops, l’annuncio di ieri con cui Fondazione Banca Monte di Lombardia, socio di Ubi al 4,96%, ha lasciato aperto uno spiraglio di trattativa, potrebbe incrinare la posizione ostile dell’istituto di Bergamo.
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