Indici di Borsa tentano rimbalzo, Fed inietta liquidità per 1.500 miliardi: le mosse delle Banche centrali
La scarsa fiducia negli Usa contro il coronavirus, ma soprattutto le parole di ieri di Lagarde, hanno fatto crollare gli indici globali come non facevano da oltre trent’anni - e le Banche centrali corrono ai ripari
È il crollo peggiore sulla Borsa statunitense dal 1987: ieri Wall Street ha chiuso in calo di oltre il 9%, con l’epidemia di coronavirus che minaccia i mercati finanziari globali e paventa il rischio della peggior crisi dal 2008.
A nulla sono valse le misure intraprese dalle banche centrali che, dall’esplosione del focolaio in Cina, a fine gennaio, si sono susseguite a catena: prima la Banca centrale cinese, poi la Bank of Australia, il taglio dei tassi a sorpresa della Federal Reserve, seguito da quello della Bank of England e, solo ieri, le decisioni della Banca centrale europea – che però hanno solo acuito i crolli sui listini europei, che ieri hanno chiuso con ribassi a doppia cifra.
Come ha reagito la Fed all’aggravarsi della minaccia coronavirus?
Ieri sera la Federal Reserve ha annunciato un’iniezione di liquidità nel sistema da migliaia di miliardi di dollari, tramite operazioni Repo (pronto contro termine), nel tentativo di assorbire i cali di Wall Street.
L’operazione prevede tre tranche fra oggi e domani. Al momento sono stati resi disponibili 500 miliardi di dollari tramite programmi di riacquisto a tre mesi; altri mille miliardi verranno liberati domani, di cui 500 in operazioni a tre mesi e altri 500 in operazioni a un mese.
Eppure, dopo un timido recupero appena la notizia è iniziata a circolare, presto il Dow Jones è tornato ai valori precedenti l’annuncio, dopo un rimbalzo al -3%; idem l’S&P, – 4,4%, e il Nasdaq, – 4,5%. Alla chiusura, tutti i listini Usa sono tornati a perdite di oltre il 9%.
Restando sempre in nord America, anche la Banca centrale canadese ha seguito l’esempio della Fed. La Bank of Canada ha annunciato un allargamento del programma di riacquisto delle obbligazioni per supportare i prestiti e i prezzi, in partenza da lunedì su base settimanale e valido per tutte le scadenze. La settimana scorsa la Banca centrale aveva già ridotto i tassi di interesse di mezzo punto percentuale.
Cosa programma la Pboc dopo la fase più acuta dell’epidemia di coronavirus?
In Cina intanto la priorità ora è ridurre i costi di finanziamento per le piccole e medie imprese, così da garantire l’occupazione, dopo che l’epidemia si conferma sempre più in recessione. Da ieri in tutto il paese sono stati contati solo otto nuovi contagi. Rimangono tuttavia 4.020 persone in condizioni critiche, mentre il conto totale dei decessi ammonta a 3.176 e i contagiati sono 80.813.
È per questo che ieri, durante una riunione tra i vertici dell’esecutivo, sono stati decisi interventi da parte della Banca centrale (nei confronti solo di determinati istituti di credito) volti a fornire circa 550 miliardi di yuandi liquidità.
Come ha reagito l’Eurozona all’annuncio di ieri della Bce nell’ambito dell’emergenza coronavirus?
La “risposta fiscale ambiziosa e coordinata” invocata dalla presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, alla conferenza stampa con cui ieri ha annunciato le misure per sostenere l’economia dell’Eurozona davanti alla minaccia del coronavirus, ha fatto sprofondare gli indici dell’Eurozona a livelli che in alcuni casi (come Piazza Affari) non si erano mai visti.
Per i mercati, l’allargamento del programma di Quantitative Easing a 120 miliardi di euro e i finanziamenti agevolati alle banche centrali sono misure ancora troppo deboli per far fronte a una crisi che, dal loro punto di vista, è pari per gravità solo a quella del 2008.
Ieri in chiusura sono stati registrati cali a due cifre per quasi tutti i listini: Milano ha registrato il minimo storico, a - 16,9%, ma anche Parigi perde il 12,2%, similmente a Francoforte (- 12,2), mentre Londra chiude a -9,8%. Stamattina gli stessi indici hanno provato un rimbalzo, con rialzi intorno al 3%.
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