Indici globali iniziano il mese in rialzo grazie ai buoni dati macro
I buoni risultati del settore manifatturiero in Cina ed Eurozona spingono al rialzo gli azionari. Bene Piazza Affari (+0,36%), continuano gli acquisti su Ubi in attesa dei risultati dell’Opas
La settimana si apre con una carrellata di dati macro sugli indici dei direttori agli acquisti nel settore manifatturiero. Già quelli in arrivo dalla Cina hanno aiutato al rialzo gli indici asiatici e, di conseguenza, quelli globali; in mattinata i risultati della ricerca nell’Eurozona, nel pomeriggio quelli Usa.
Come si è chiusa la giornata in Asia?
Secondo il sondaggio condotto dall’istituto di ricerca privato Caixin, i direttori agli acquisti del settore manifatturiero in Cina sono più ottimisti di quanto gli esperti si aspettavano e l’indice Pmi di luglio è salito a 52,8 punti, raggiungendo i massimi di oltre nove anni. Inoltre, la Banca centrale cinese ha rimandato all’anno prossimo la paventata stressa sull’asset management bancario.
Positivi dunque gli azionari cinesi, con la Borsa di Shanghai che chiude in rialzo dell’1,75%, Shenzhen che sale del 2,32% e China A50 dello 0,63%.
Positivo anche il Giappone, che beneficia anche dell’indebolimento dello yen nei confronti del dollaro (il cambio USD/JPY è tornato a salire leggermente a quota 105,891): il Nikkei ha chiuso la giornata di contrattazioni in rialzo del 2,24%, il Topix guadagna l’1,78%.
Negativo solo l’Hang Seng, a -0,99%, mentre il Kospi coreano sale dello 0,07%.
Cosa si prevede per la giornata sui mercati Usa?
Doveva essere pronto entro agosto, invece il Congresso sta ancora discutendo sul prolungamento del pacchetto di aiuti fiscali post-pandemici scaduti a luglio (600 dollari a settimana per le famiglie colpite dalla crisi economica, un programma dalla capacità totale di tremila miliardi di dollari), che fa da padrone sulla scena politica statunitense – dopo che l’ipotesi lanciata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump di rimandare le elezioni presidenziali di novembre sembra essere stata accantonata. Tornano intanto i timori sul fronte geopolitico: domenica il segretario di stato Mike Pompeo ha dichiarato che Trump annuncerà nuove azioni nei confronti delle compagnie tech cinesi “nei prossimi giorni”.
Nel frattempo, venerdì sera l’agenzia Fitch ha tagliato il giudizio sugli Stati Uniti, legando il passaggio da stabile a negativo proprio allo stato confusionario della scena politica e il debito galoppante che la Federal Reserve continua a creare nel tentativo di supportare l’economia dalla crisi coronavirus (crisi che nel frattempo ha portato il numero di contagi nelle ultime 24 ore a 60.817, cifra che rientra nella media delle ultime tre settimane).
Negativi i futures di Wall Street, con l’S&P 500 in calo dello 0,17% e il Dow Jones che promette un’apertura in ribasso dello 0,37%; unica eccezione il Nasdaq, in rialzo dello 0,21%.
Sul fronte valutario il cambio euro-dollaro, che a luglio ha guadagnato il 4,8% fino a sfiorare quota 1,19, nelle ultime ore è sceso leggermente, a 1,17. Nonostante la timida ripresa il dollaro resta sui minimi dal 2018, a 93,42 rispetto al paniere delle altre principali valute.
In leggero calo il petrolio, con il Wti sui 39 dollari al barile mentre il Brent resite a quota 43 dollari, mentre dopo alcuni tentennamenti in mattinata l’oro torna a sfiorare i massimi storici, a 1.990 dollari l’oncia.
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Cosa si prospetta per gli indici europei oggi?
Gli indici Pmi manifatturieri migliori del previsto aiutano le Borse europee al rialzo, dopo un inizio di sessione e di settimana stentato. Italia, Spagna, Francia, Germania ed Eurozona hanno registrato tutte valori superiori ai 50 punti (la soglia che determina l’espansione economica), risultati superiori alle aspettative.
È così che al momento la Borsa di Parigi segna un rialzo dello 0,40%, quella di Francoforte sale dell’1,29%, Milano guadagna lo 0,36% e solo l’Ibex spagnolo perde lo 0,49%.
Su Piazza Affari continuano gli acquisti su Ubi Banca, che sale del 2,52% a 3,66 euro per azione in attesa dei dati ufficiali dell’Opas lanciata da Intesa Sanpaolo, che saranno pubblicati domani insieme ai risultati trimestrali dell’istituto torinese. Bene anche DiaSorin (+1,63% a 168 euro) e Ferrari, che pubblica oggi i conti del secondo trimestre e avanza dell’1,55% (153,7 euro per azione). Le perdite maggiori si concentrano su Mediobanca , che lascia sul terreno il 3,04% e scende a 6,57 euro, e sulle utilities: Eni perde l’1,78%, Hera l’1,95%.
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