Indici mondiali cauti, prosegue la conta dei danni all’economia del coronavirus
La Cina tenta l’ennesima mossa di politica monetaria (43 miliardi di nuova liquidità), ma non basta per risollevare gli indici azionari. In arrivo altri conti trimestrali Usa, mentre l’Ue si prepara all’Eurogruppo
I dati di ieri del Fondo Monetario Internazionale hanno appesantito le Borse globali dopo che l’organizzazione internazionale ha stimato una contrazione della crescita globale nel 2020 pari al 3%, con picchi del 9,1% in Italia e valori intorno al 5%-6% nel resto dei paesi industrializzati.
Allo stesso tempo, la lotta contro la pandemia di coronavirus sembra aver scavalcato il suo punto più critico e anche l’Europa inizia a pensare alle prime riaperture.
Come si è chiusa la giornata in Asia?
La Cina è tornata ad aprire anche l’ultimo baluardo delle misure restrittive, la città di Wuhan, lo scorso otto aprile, ma il coronavirus ancora non è completamente debellato – tutt’altro: nel nord del paese, al confine con la Russia, resta alta la tensione nella provincia dell’Heilongjiang, mentre il confine nei pressi della città di Suifenhe è già stato chiuso.
Mentre, dunque, da un lato Pechino prova a combattere contro i contagi di ritorno, dall’altro tenta di risollevare la propria economia (che nel primo trimestre del 2020 si attente una contrazione di oltre il 6%, mai così alta da oltre trent’anni). Ieri la Banca centrale cinese ha disposto un nuovo taglio dei tassi di interesse e ridotto la quantità di riserva delle banche a 28 miliardi di dollari, una manovra dal totale di 43 miliardi di dollari.
Eppure la mossa non è bastata a trainare al rialzo gli indici asiatici. In Cina, Shanghai ha chiuso in ribasso dello 0,57%, Shenzhen -0,5% e China A50 -0,76%. In Giappone gli indici hanno chiuso in maniera più contrastata, con il Nikkei precipitato in area negativa poco prima della chiusura (a -0,45%, mentre il Topix chiude a +0,04%).
Quali sono state le ultime mosse di Trump?
Dopo averlo annunciato, una settimana fa, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è passato alle vie di fatto e, ieri, ha dichiarato lo stop dei finanziamenti Usa all’Organizzazione mondiale della sanità. L’accusa vero l’Oms è quella di parzialità: per Trump sarebbe stata troppo filo-cinese nella gestione iniziale dell’emergenza coronavirus. Il presidente ha dunque annunciato l’avvio di un’indagine di 90 giorni, per stabilire le responsabilità dell’organizzazione.
Dopo i dati di ieri di JP Morgan e Wells Fargo, oggi è il turno di Bank of America, Goldman Sachs e Citigroup. Si calcola che, tra tutti gli istituti di credito Usa, gli utili ammontino fino a 20 miliardi – una cifra ingente, ma comunque inferiore di sei miliardi al dato precedente, pre-Covid.
Come si sono mossi gli indici europei?
In Europa si continua a discutere di Eurobond, alla vigilia dell’Eurogruppo in cui i ministri delle Finanze spianeranno il terreno al Consiglio Europeo, in vista di una soluzione economica alla crisi coronavirus. Mentre si fa strada l’ipotesi che l’Ue potrebbe finanziare un fondo anticrisi di 1500 miliardi di euro sulla base di prestiti garantiti dagli Stati, come ha dichiarato ieri in un’intervista il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, gli Eurobond restano ancora in un limbo di incertezza.
A mezz’ora dall’apertura degli indici, l’Europa viaggia sotto la parità: Piazza Affari segna -1,16%, Cac 40 -1,10%, Dax -1,34%, Ftse 100 -0,81% e Ibex -1,46%.
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