Indici mondiali in calo, l’Eurogruppo slitta a giovedì. La Cina riapre Wuhan (ma resta alta la cautela)
Indici azionari fortemente contrastanti: in Asia alla riapertura di Wuhan si contrappone la chiusura del Giappone, causa coronavirus, mentre l’Europa sconta il nulla di fatto della riunione dei ministri delle Finanze
Un nulla di fatto dopo 16 ore di dibattito in cui i ministri delle Finanze della zona euro non sono riusciti a trovare la quadra nell’ambito del supporto economico ai paesi messi in ginocchio dalla pandemia di coronavirus.
I leader si riuniranno di nuovo giovedì. Intanto, in Asia il Giappone dichiara lo stato di emergenza causa Covid-19, proprio nel giorno in cui invece la Cina riapre la città di Wuhan, primo focolaio della pandemia.
Come hanno chiuso le Borse asiatiche?
I contrasti in Asia si osservano anche dalla chiusura delle Borse: mentre il Nikkei giapponese mantiene i guadagni, chiudendo al 2,13%, e il Topix guadagna l’1,59%, il resto del continente sembra lottare sotto la parità. In Cina, la riapertura di Wuhan, dopo oltre due mesi di lockdown, è stata in parte oscurata dalle rinnovate restrizioni a Suifenhe, nel nord del paese, da dove si teme possa partire una seconda ondata di Covid-19. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters la Banca centrale cinese avrebbe intenzione di incrementare ulteriormente gli stimoli monetari per supportare l’economia nazionale, ma senza implementare tagli dei tassi o misure di quantitative easing – seguendo l’esempio della Fed.
Torna quindi la cautela tra gli investitori asiatici, con i casi registrati di coronavirus che nelle ultime 24 ore sono raddoppiati in Cina. In calo anche Singapore (-1,68%): secondo il ministro degli Interni Shanmugam, i costi economici e le conseguenze del coronavirus sono destinati a durare “molto a lungo”.
Quali notizie arrivano dagli Usa?
Nel frattempo, secondo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump il picco dei contagi “è prossimo a diminuire”. L’ha annunciato ieri a mercati chiusi, dopo una sessione particolarmente volatile, mentre il governatore di New York Andrew Cuomo segnalava un rallentamento dei ricoveri in ospedale per coronavirus – sebbene il numero delle vittime giornaliero continui a salire.
Torna dunque la cautela anche su Wall Street, mentre scendono i rendimenti dei Treasury ( che arrivano 0,78% per quelli a 10 anni, a 1,306% quelli a 30 anni) e anche il petrolio non dà segnali positivi, a un giorno della riunione dell’Opec in cui i membri dell’organizzazione, guidati dall’Arabia Saudita, cercheranno di accordarsi con la Russia per stabilire dei tagli alla produzione e riportare i prezzi al rialzo.
Attualmente il greggio si conferma il lenta risalita, sebbene ancora non abbia recuperato i valori della vigilia: il Wti quota a 27,90 dollari al barile, mentre il Brent segna 33,16 dollari al barile.
Come hanno aperto gli indici europei?
Ma è in Europa che si registrano i cali più profondi, nello specifico tra i paesi dell’Unione Europea. Ieri infatti è sostanzialmente fallito l’Eurogruppo, il vertice dei ministri delle Finanze dei paesi dell’Eurozona, il cui scopo (così come da delega del Consiglio Europeo del 26 marzo) era quello di studiare una strategia di supporto fiscale coordinato tra i membri stessi dell’organizzazione intergovernativa.
La posizione di Italia, Spagna e Francia (i paesi del fronte mediterraneo, con la Francia nel mezzo, che fatalmente si sono ritrovati ad essere anche i più colpiti dalla pandemia di coronavirus) si è infatti scontrata con i “no” del Nord Europa, con i Paesi Bassi tra i più intransigenti: no ai coronabond, no a un fondo comune, si lavora tutt’al più sul ricordo al Mes e, nello specifico, su quali condizioni per l’accesso al credito alleggerire (onde evitare lo stigma a cui qualsiasi richiedente andrebbe inevitabilmente incontro).
L’incontro è rimandato a giovedì. Stamattina, le Borse europee hanno reagito alla notizia aprendo in rosso: Parigi perde l’1,37%, Francoforte scende dello 0,67%, Londra segna -1,14%, Madrid -1,51% e infine Milano è in ribasso dello 0,87%.
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