Indici mondiali in rosso, timori per le tensioni Usa-Cina nel giorno della (parziale) riapertura
È di nuovo la guerra commerciale a rubare la scena sugli azionari, dopo le accuse di Trump sulla cattiva gestione di Pechino delle fasi iniziali dell’emergenza coronavirus. Torna a scendere il petrolio, Wti a 18 USD/b
Nel giorno in cui l’Italia inizia ad allentare le misure di lockdown rese necessarie dal coronavirus (ieri è stato registrato il numero più basso di decessi dallo scorso 10 marzo, 174), sui mercati finanziari i timori tornano a riguardare lo scontro tra Cina e Stati Uniti.
Ieri durante un intervento a Fox News il presidente degli Usa Donald Trump è infatti tornato ad accusare Pechino di aver provocato la pandemia di Covid-19, a causa di un errore nei laboratori di Wuhan, in cui il coronavirus viene studiato. Trump ha cavalcato le dichiarazioni del segretario di stato Mike Pompeo, che ha parlato di “evidenze significative” a supporto della suddetta tesi.
L’accusa ha rinnovato le tensioni, che si sono riflettute sul prezzo del petrolio, con il Wti in scadenza a giugno che ha perso il 7% e scambia a 18 dollari al barile.
Una nuova guerra commerciale tra Cina e Usa?
Borse chiuse in Cina e Giappone per festività, ma l’impatto delle accuse statunitensi si palesa sulla Borsa di Hong Kong, che in chiusura perde il 3,95%, mentre il Kospi coreano perde il 2,64%. In calo anche l’indice continentale MSCI (escluso il Giappone), che perde il 2,5%, trainato al ribasso dal calo più rapido in sei settimane dell’Hang Seng.
Nel frattempo, l’amministrazione Trump ha minacciato la Cina di rimuovere ordinativi industriali per le catene di rifornimento dell’industria Usa, in una nuova rappresaglia commerciale dal sapore di nuovi dazi. La settimana scorsa, Trump ha minacciato nuovi dazi del 25% su prodotti provenienti dalla Cina corrispondenti a un totale di 370 miliardi di dollari. Si tratta di tariffe aggiuntive che andrebbero a pesare ancora di più sulle industrie statunitensi, già strozzate dalle restrizioni poste in essere per contenere il coronavirus. Nelle ultime settimane il settore manifatturiero statunitense è crollato al minimo da 11 anni e i disoccupati hanno raggiunto la cifra record di oltre 30 milioni.
Il Dipartimento del Commercio Usa sta già studiando alcune ipotesi per riportare le industrie oltreoceano, sfruttando ora la presunta responsabilità cinese nella mala gestione delle prime fasi della pandemia di coronavirus, ponderando incentivi fiscali e altri sussidi affinché le industrie manifatturiere tornino negli Usa.
Come hanno reagito materie prime e forex?
Le rinnovate tensioni hanno spinto al ribasso i futures su Wall Street, ma a soffrire è stato anche il prezzo del greggio, che ritraccia tutti i guadagni della settimana scorsa. Torna infatti a far preoccupare il Wti, che nelle ultime ore è arrivato a perdere il 7% e ora viaggia a quota 18,65 dollari al barile. Leggermente meglio il Brent del Mare del Nord, a 26,10 dollari al barile (-1,29%). Dal primo maggio i paesi dell’Opec, gli alleati della formazione allargata Opec+ e gli Usa hanno dato il via al taglio della produzione di oro nero (9,7 milioni di barili in meno al giorno), che comunque tuttavia non saranno abbastanza per contrastare l’eccesso di offerta sul mercato, accumulata nelle settimane di iper-produzione da Arabia Saudita e Russia.
Torna invece a salire l’oro, che si aggira poco al di sotto della soglia psicologica di 1.700 dollari all’oncia, mentre le tensioni tra Stati Uniti e Cina provocano un rafforzamento del dollaro. Il cambio EUR/USD attualmente viaggia a 1,0931, mentre il cross GBP/USD segna 1,2452 e, nei confronti dello yen, il biglietto verde segna 106,748.
Cosa attende oggi i mercati europei?
Apertura in profondo rosso per i listini europei. Le misure di lockdown si fanno sempre più blande: in Spagna (dal 2 maggio) e Italia (da oggi è possibile visitare parenti e congiunti e praticare attività sportiva individuale, mentre per la riapertura dei negozi bisognerà aspettare ancora il 18 maggio e per le attività di ristorazione e parrucchiere la data ultima è il 1 giugno), mente in Germania le attività commerciali sono riprese dalla settimana scorsa. Infine, anche il Regno Unito inizia oggi ad allentare le restrizioni.
Eppure le borse europee aprono in rosso, sulla scia delle tensioni tra Usa e Cina. Parigi segna un ribasso del 3,58%, Francoforte rallenta del 3,08%, Piazza Affari perde il 2,52%, Madrid scende del 2,75%; solo Londra contiene le perdite, ma resta sempre al di sotto della parità, a -0,10%.
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